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Itsukushima (厳島), inclusa nel parco nazionale di Setonaikai, è un’isola molto particolare che sorge nella parte occidentale del Mare interno di Seto (瀬戸内海), ovvero quella parte di mare che separa le grandi isole di Honshu, Shikoku e Kyushu. L’isola, conosciuta anche con il nome di Miyajima (宮島), si trova all’estremità nord-occidentale della Baia di Hiroshima. L’isola è famosa in tutto il mondo principalmente per il suo santuario il cui emblema è sicuramente il grande Torii che galleggia quando giunge l’alta marea. Il santuario fa parte dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO ed è tesoro nazionale del Giappone. Fu costruito, tra il VI e l’VIII secolo, in ragione del fatto che l’isola è da sempre considerata sacra. Il suo aspetto attuale risale all’anno 1168 quando le ultime modifiche furono finanziate dal potente signore dell’epoca Taira no Kiyomori.
Il Torii (che nel corso dei secoli è stato ricostruito ben 8 volte, fino al 1875) è alto ben sedici metri ed è costruito in selezionatissimo legno di canfora, fatto venire appositamente da Miyazaki, nel Kyūshū. Lo stile è quello denominato “a quattro pilastri” (yotsu-ashi), che consente maggiore stabilità alla struttura. Con l’alta marea il portale è accessibile solo in barca e con la bassa marea può essere raggiunto a piedi dall’isola, analogamente al monastero di Mont Saint Michel in Francia. I pilastri della struttura del Torii vengono sostituiti solitamente ogni 100 anni, ma poiché gli attuali sono ben più vecchi e visto che non si riescono a trovare alberi così’ alti per sostituirli, è stato avviato il “Progetto dei 100 anni” grazie al quale decine di alberi sono stati piantati sull’isola per diventare, fra 100 anni, i nuovi pilastri del Torii. Per questo è vietato tagliare alberi sull’isola.
È un’usanza comune per i visitatori inserire monete nelle crepe dei pilastri del Torii esprimendo un desiderio (che di solito dicono si avveri).
Dal suo molo, all’orizzonte, le montagne disegnano nitidamente la figura di una donna distesa di cui si distinguono la fronte, gli occhi, la bocca e il seno. Questo a significare, secondo la tradizione, il “potere” femminile su quest’isola che pare sia sotto la protezione di tre dee.
Sull’isola, liberi di muoversi ovunque, vivono, amati e rispettati, circa 500 bellissimi cervi, i messaggeri delle divinità.
Una peculiarità dell’isola è che non vi sono reparti maternità né cimiteri poiché, a causa della sua sacralità, su di essa non è permesso nascere o tantomeno morire.
È importante sapere che nel 1555 vi fu combattuta la “Battaglia di Miyajima” (厳島合戦), una battaglia terribile che fu il punto di svolta per il controllo del Chūgoku durante il periodo Sengoku. Mōri Motonari riuscì a prendere il controllo dell’intera regione facendo cessare definitivamente il potere del clan Ōuchi.
La battaglia fu cruenta e durò alcuni giorni, a migliaia perirono, uccisi sul campo, annegati nelle acque dell’isola o facendo seppuku. Il 18 ottobre 1555 lo scontro ebbe fine e l’isola fu espugnata anche se a caro prezzo. Dopo questo episodio vennero fatti lunghi rituali di purificazione perché la sacra isola era stata macchiata con il sangue dei caduti. Anche per questa ragione nascita e morte sono “vietate” sul sacro suolo. Per purificare l’isola, Motonari ordinò che i corpi dei caduti fossero portati in terraferma e che l’intero campo di battaglia fosse ripulito dal sangue versato, al punto che gli edifici furono lavati e il terreno inzuppato di sangue fu rimosso dall’isola. Il clan Mōri successivamente finanziò diversi progetti di costruzione o ristrutturazione sull’isola.
Insomma un luogo mistico, storicamente affascinante e assolutamente magico.

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