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“L’arte nell’incontro”


Negli spazi del Museo Archeologico di Olbia, il 16 agosto scorso è stata inaugurata la mostra personale dell’artista giapponese Sisyu intitolata “L’arte nell’incontro”, a cura di Nello Taietti, presidente della Fondazione Luciana Matalon di Milano.
““L’arte nell’incontro”, è un’opportunità di scambio tra culture legate da un sottile filo invisibile, EN (縁) che nella tradizione giapponese conduce ad un inevitabile e predestinato “incontro”, rappresentato con l’ideogramma AU (逢). Non a caso, Sisyu sceglie il cerchio ENSŌ (円相), uno dei soggetti più comuni della calligrafia giapponese, come simbolo rappresentativo del progetto. Elaborato con un unico gesto, senza possibilità di cambiamento o correzione, l’ENSŌ è l’atto creativo più puro, simbolo della possibilità dell’artista di entrare in contatto con il proprio io attraverso il movimento guidato del pennello e dell’inchiostro sulla carta. L’artista stessa ha poi confermato quanto sia importante nella realizzazione delle sue opere, e il valore che viene dato in Giappone all’arte italiana, tanto che Sisyu ha approfondito la sua conoscenza, facendo uso del “Gesso di Bologna”, usato in Italia dal Medioevo sia in pittura che, attualmente, per restauri. Unendo quindi la tecnica artistica italiana a quella giapponese Sisyu ha creato un proprio stile artistico di altissima levatura.”

Questa è la seconda mostra istituzionale di Sisyu, tenutasi in Italia grazie alla Fondazione Luciana Matalon. L’ Artista e calligrafa nipponica che, con le sue opere, rielabora e riadatta elementi della tradizione artistica giapponese ai linguaggi dell’arte contemporanea, fondendo varie tecniche, sia antiche che moderne utilizzando anche materiali occidentali, tra cui troviamo appunto il Gesso di Bologna, utilizzato per creare l’effetto tridimensionale delle sue opere. Ed è appunto la tridimensionalità la caratteristica di quest’artista, il filo conduttore di tutte le opere esposte. Per chi si appresta ad osservare le opere di Sisyu è importante sottolineare quanto sia rilevante per l’artista l’unione tra la scrittura e la pittura, che assumono un particolare significato spirituale; infatti ogni opera esposta ha significati molto profondi, sia perché l’Artista, per prepararsi alla nascita di una sua opera, effettua una preparazione spirituale, con cerimonia di purificazione e meditazione, sia per il significato del soggetto scelto.
Si può constatare come le sue opere, siano caratterizzate da una stupefacente tridimensionalità e, come spiegato da Sisyu stessa, riesce a visualizzarle in fase di creazione; in buona sostanza lei s’immerge, durante la creazione delle opere, divenendo essa stessa parte delle sue creazioni, travalicando la bidimensionalità della scrittura creando kanji (e non solo) tridimensionali.
Le opere esposte stupiscono, perché, grazie alla sua tecnica unica e innovativa, ma ben ancorata a stili tradizionali, escono di fatto dal mondo classico, caratterizzato dalla bidimensionalità. L’artista ha creato opere che spingono l’osservatore nella “ricerca” della “giusta prospettiva” perché, cambiandola, esse trasmettono differenti sensazioni rendendo anche l’osservatore parte dell’opera.
Tutte le opere di Sisyu sono intrise di misticismo che rimanda alle filosofie insite nel Buddhismo e nello Shintoismo.

L’esibizione ipnotica di Sisyu

L’opening si è svolto presso le sale del Museo, dove l’artista, di fama internazionale, Sisyu, ha eseguito un’entusiasmante e coinvolgente live painting performance di fronte ad un pubblico selezionato, tra i quali il dott. Settimo Nizzi, Sindaco di Olbia, varie autorità e la stampa.
Entrando nell’ampio salone, centralmente abbiamo trovato una grande “tela” in carta di riso, situata su di un palco. Si sono abbassate le luci e sulle scale è apparsa Sisyu, nel silenzio generale, vestita con un elegante Kimono Iro Uchicate ornato con le Gru giapponesi, unito allo stile occidentale. Lentamente si è diretta verso il bianco e vuoto spazio della tela. Dopo un inchino ha preso un pennello ed è iniziato l’incanto. I pennelli, vivi nelle mani dell’artista, danzavano sulla tela mentre l’opera nasceva, accompagnata da una soave musica di sottofondo e nel contempo, nel silenzio più totale della sala, tutti i presenti iniziavano a percepire ciò che stava accadendo.
Il corpo di un’aquila aveva preso forma col nero inchiostro.
Sisyu si è portata poi sul retro della tela per ultimare l’opera e mentre la si vedeva “danzare”, grazie alla sua ombra proiettata sulla parete, magicamente apparivano le ali e i colori sulla tela stessa, mostrando l’opera nella sua magnifica interezza. Così davanti a tutti era nata Elevation freedom, la grande aquila, con le ali spiegate verso un grande e luminoso sole rosso , racchiuso in un ENSŌ azzurro, e nel sole gli ideogrammi della parola GOEN, (parola che non esiste in italiano) che si può tradurre pressappoco in ”pregare per ricevere fortuna”.
Davanti all’opera maestosa l’artista si è soffermata a parlare del suo significato; aveva un’aria più rilassata, in confronto a pochi momenti prima, quando le si poteva leggere sul volto la concentrazione per ciò che stava creando. Ha raccontato di come si è sentita accolta in Sardegna, sia dai luoghi che dalle persone, e di com’era stata affascinata dal tramonto visto al suo arrivo. Ha raccontato poi del simbolismo dell’aquila, che rappresenta la forza, la sincerità e le ali pronte a spiccare il volo verso un futuro migliore, e donando l’opera al museo archeologico e alla città di Olbia.

L’accoglienza di Olbia

Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, ci ha confessato di essere appassionato del Giappone sin da bambino, avendo praticato Judo, tanto da essersi recato, durante una sua visita nel Sol levante, al Kōdōkan di Tokyo, sede centrale della comunità mondiale del Judo.
Interessanti le sue considerazioni sulla vicinanza mentale dei sardi con i giapponesi; entrambi caratterizzati da ospitalità, tranquillità e gentilezza ed il fatto che Sardegna e Giappone sono di fatto “luoghi” legati indissolubilmente al mare.
Felice del regalo che l’artista ha fatto alla cittadinanza, auspicava che questa mostra fosse il primo di una lunga serie d’incontri tra le due realtà.
La mostra in esposizione presso le sale del Museo Archeologico sono una produzione di dipinti inediti, una selezione di opere fulcro della pratica artistica di Sisyu; opere pittoriche su tela che reinterpretano l’arte classica ed erotica giapponese, sculture calligrafiche sospese, e il grande dipinto su paravento giapponese “Feasting Crow, Feasted Crow” già presentate in Italia nel 2018 a Milano, in occasione della prima mostra istituzionale italiana dell’artista “Satori, la percezione dello spirito”, presso la Fondazione Luciana Matalon.
La mostra è gratuita presso il museo archeologico e rimarrà aperta fino al 27 Agosto.

Biografia dell’artista

Sisyu è un’artista giapponese erede dell’arte SHO, calligrafia, una delle tradizioni più antiche del Giappone, che vanta una storia lunga 1300 anni, introdotta da sua nonna fin dalla più tenera età.
Con la sua tecnica, Sisyu fonde alla calligrafia giapponese diversi media artistici, quali la scultura, le arti multimediali e la pittura; alla base del suo pensiero vi è l’arte come un processo in continuo divenire, in cui si uniscono e mescolano luci e ombre.
Lo SHODO, disciplina calligrafica giapponese, è articolato in tre stili: il Kaisho, eseguito con caratteri base, ovvero linee diritte e forme tradizionali; lo Gyosho, caratterizzato da leggere abbreviazioni e linee moderatamente morbide, e lo Sosho, che si distingue per maggiori abbreviazioni, molte varianti e prevalenza di linee curve. I tre stili nascono e si sviluppano in Cina, dove vengono impiegati per quattromila anni. In Giappone, il Kanji, nome della disciplina originaria, viene introdotto all’incirca 1500 anni fa, ed è tutt’oggi parte integrante della scrittura del Paese. Sisyu fa propri i caratteri Kanji, rielaborandoli e adattandoli al linguaggio contemporaneo.
Riconosciuta dal Governo Giapponese per la profonda dedizione nel diffondere la cultura del Paese, Sisyu ha esposto tra America, Cina, Taiwan, Francia e Italia. Tra le mostre e performance internazionali più significative, la partecipazione alla mostra al Carrousel Du Louvre, organizzata dalla Société Nationale des Beaux Arts di Parigi nel 2014 e nel 2015, diverse tappe negli Stati Uniti a Washington, New York, Seattle, Los Angeles tra il 2013 e il 2020, e la collaborazione con importanti brand quali Adidas, Disney Pixar, Shiseido e Suzuki. Dal 2013 è docente presso la facoltà di Fine Arts della Osaka University of Arts.
Nel corso della sua carriera, importanti figure culturali e politiche hanno reso omaggio all’operato di Sisyu, prima fra tutte la famiglia Imperiale Giapponese che, nel 2017, visita la mostra dell’artista presso l’Ehime Prefectural Museum a Matsuyama.
In Italia, realizza un’installazione per l’entrata del Padiglione Giappone, in occasione dell’Esposizione Universale Milano 2015; partecipa agli eventi del Salone del Mobile di Milano del 2014 e vi torna poi, nel 2017, con una performance negli spazi di Triennale Milano. L’anno seguente, nel 2018, presenta la prima mostra personale in Italia, presso la Fondazione Luciana Matalon, dal titolo “Satori, la percezione dello spirito”, a cui hanno fatto seguito la partecipazione al 58° Salone Nautico Internazionale di Genova nello stesso anno, e la mostra collettiva “The Red Dot” a Carrara, nel 2022.

La fondazione Luciana Matalon

La Fondazione Luciana Matalon è uno spazio multidisciplinare di promozione culturale situato nel cuore di Milano. È oggi impegnata nella conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio di dipinti, sculture e gioielli realizzati da Luciana Matalon (1934 – 2015) in più di cinquant’anni di attività. Negli ultimi anni ha consolidato un rapporto speciale con l’Oriente accogliendo progetti espositivi provenienti non solo dal Giappone, ma anche dalla Corea e dalla Cina e promuovendo mostre di Luciana Matalon a Tokyo, Yokohama e Hong Kong.
La mostra è a cura di Nello Taietti, con il coordinamento di Eleonora Angiolini; comunicazione di Francesca Ogliari, amministrazione di Joan Ilagan e progetto grafico di Gianmarco Taietti.
“L’arte nell’incontro” è una mostra personale di Sisyu, organizzata dalla Fondazione Luciana Matalon con il supporto del Comune di Olbia. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dell’Ambasciata del Giappone in Italia e dalla Fondazione Italia Giappone.

Per informazioni:

MUSEO ARCHEOLOGICO DI OLBIA, piazzale Benedetto Brin n. 1, Olbia
tel. +39 0789 28290
servizioculturaesport@comune.olbia.ot.it
Orari:
da martedì a domenica
08:00 – 13:00
16:00 – 19:00
ingresso gratuito

Articolo di Cinzia “Yuki” Preziosi

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