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Eccoci al quinto appuntamento con la musica tradizionale giapponese e al secondo per quanto concerne il Nohgaku. 

Questa volta illustrerò una prima parte delle sue peculiarità, che lo rendono conosciuto in tutto il mondo. 

Caratteristiche generali 

Nohgaku e Bugaku hanno aspetti simili e diversi allo stesso tempo. 

In linea generale la performance Noh, relativamente breve, con dialogo scarno che serve solo da mera cornice a movimento e musica, combina una varietà di elementi i quali sono il prodotto di generazioni di perfezionamento secondo gli aspetti centrali buddhisti, scintoisti e minimalisti dei principi estetici tipici del Giappone. 

In particolare si hanno i seguenti aspetti. 

Jo-Ha- Kyū 

Dal Bugaku, o più in generale dal Gagaku, il Noh riprende il concetto di Jo-Ha-Kyū che ne detta praticamente ogni suo elemento, compresa la compilazione di un programma di spettacoli, la strutturazione di ogni spettacolo, le canzoni e le danze all’interno degli spettacoli e i ritmi di base di ogni rappresentazione. 

In particolare il primo spettacolo è “Jo” che significa “inizio”, il secondo, il terzo e il quarto sono “Ha”, il cui significato è “rottura” e infine il quinto è “Kyū”, tradotto come “rapido” o “urgente”; ogni singola opera può essere suddivisa in tre parti: introduzione, sviluppo e conclusione, inizia con un tempo lento in “Jo”, diventa leggermente più veloce in “Ha”, poi culmina in “Kyū”. 

Interpreti o “attori” 

Tutto ciò che concerne il “Nohgaku” viene preparato all’interno di scuole dalla tradizione millenaria. 

In particolare, secondo dati risalenti al 2012, le cinque scuole che formano gli interpreti principali (shite 仕手, シテ) sono: Kanze (観世), Hōshō (宝生), Komparu (金春), Kongō (金剛) e Kita (喜多), quelle che formano gli “antagonisti” (waki 脇, ワキ) sono tre: Takayasu (高安), Fukuou (福王) e Hōshō (宝生). 

Per gli interpreti/attori dediti al Kyōgen sono due: Ōkura (大蔵) e Izumi (和泉), per gli strumenti, addirittura undici. 

Tutti, sia interpreti, sia musicisti, sono registrati nell’Associazione Nohgaku Performers’ (Nōgaku Kyōkai) e un piccolo aneddoto riguarda la tradizione: in teoria non dovrebbe uscire dalle scuole, tuttavia la comunità di studiosi è riuscita ad impossessarsi di documenti segreti custoditi dalla Kanze, il cui autore fu Zeami, nonché anche vari materiali dalla Komparu. 

I ruoli principali sono tre: 

Lo Shite (仕手, シテ) è l’interprete/attore principale, protagonista che a seconda dell’opera assume un preciso “ruolo”: se prima è un essere umano che poi per varie vicissitudini diviene un fantasma, cambia da mae-shite a nochi-shite, è in genere accompagnato da un assistente in ruolo secondario, dai Kōken (後見) in numero da uno a tre e dal coro che conta dai sei a otto membri; 

Il Waki (脇, ワキ) l’interprete/attore subordinato, controparte o rivale dello shite, ha anche lui il suo assistente; 

L’ Aikyōgen (間狂言) interprete/attore del Kyōgen, nonché narratore. 

I ruoli secondari sono: 

I Tsure (連れ, ツレ) gli “assistenti”, rispettivamente Shitetsure (仕手連れ, シテヅレ) e Wakitsure (脇連れ, ワキヅレ); 

Il Kokata cioè il “ragazzo”; 

Il Tomo cioè la “comparsa”. 

Opere 

Come già accennato, il Nohgaku, rispetto all’elitario Bugaku, si inserisce nella storia dove questo scompare, per cui le trame hanno la tendenza a celebrare atti eroici di combattenti o narrare la quotidianità, di conseguenza i temi sono generalmente i valori della lealtà, dell’onore a cui si aggiunge la tragedia. 

Per parlare dettagliatamente delle opere, di cui delle 2000 esistenti nell’antichità, lo trascorrere del tempo ne ha fatte perdere tante ed ora ne abbiamo solo 240 sopravvissute, bisogna rifarsi all’operazione di riordino attuata da Zeami, anche se nel ventesimo secolo ci furono sperimentazioni: Toki Zenmaro e Kita Minoru produssero opere dal nuovo contenuto ma che aderivano alle convenzioni tradizionali; persino Mishima Yukio prese vecchie opere e aggiunse nuovi colpi di scena pur mantenendo i vecchi temi (Kindai nogaku shu, Cinque nō moderni 近代能楽集 lett. “Collezione di nōgaku moderni”). 

Testi 

Quando si fece una definizione di Noh, nel XIV sec, si distinse tra la sezione recitativa (Kotoba o Serifu) e le parti melodiche (Fushi). 

Nella sezione recitativa sono contenuti il canto (Utai) e il parlato (Kataru), questo è l’elemento più importante, in quanto ogni porzione del testo scritto prescrive il modo di recitare, movimento e danza di accompagnamento. 

Ogni tipo di dialogo e canto ha il suo nome: 

Sashi (recitativo); 

Utai (canto); 

Rongi (dibattito tra coro e shite); 

Kiri (coro di conclusione opera). 

I testi in linea generale sono poetici e fanno molto affidamento sul ritmo 7-5, con un’economia di espressione ma una considerevole abbondanza di allusioni, tuttavia ci sono variazioni, infatti, il singolo “dramma” (Dan) può non essere completamente poetico, ma avere comunque le linee del testo come vere e proprie poesie o essere influenzate dalla forma poetica; la lunghezza massima, nonostante la varietà di sillabe e combinazioni, rimane comunque 12, variabile a 16; la disposizione ritmica può essere fatta in 3 modi: 

o-nori (una sillaba per battuta); 

chū-nori (due sillabe per battuta); 

hira-nori (12 sillabe in una cornice di 8 battute). 

La scelta delle combinazioni dipende dalle esigenze musicali del testo, nonché dalla posizione della musica nella forma generale del pezzo. 

Canto 

Il canto del Noh ha caratteristiche peculiari. 

Innanzitutto ha talvolta funzioni narrative o può non essere eseguito “nel personaggio”, questo si verifica quando l’interprete esprime delle battute o descrive gli eventi dalla prospettiva di un altro personaggio o anche di un narratore disinteressato; può sembrare strano ma questo espediente non rompe il ritmo della performance, anzi è assolutamente in linea con l’atmosfera ultraterrena di molte pièce. 

Altra particolarità nel canto è proprio la variazione jo-ha-kyū dove al jo corrisponde lo shidai (introduzione) e il na-nori che permette allo shite di identificarsi, e anche una canzone di viaggio (michiyuki) seguita da una canzone che enfatizza i toni più alti (ageuta), mentre nella seconda e terza parte (ha e kyū) si hanno canzoni con un’enfasi melodica più bassa (sageuta) e altri stili (issei, kuri e rongi) si mescolano con sezioni più recitative (sashi e kotoba), entrate (deha), chiusure (kiri) e danze (kuse e mai). 

La notazione del canto è derivata da forme buddhiste, in particolare dallo Shomyo ma tra queste quella dei “semi di sesamo” (goma-ten) rimane ancora oggi alla base dell’aspetto vocale; ulteriori variazioni nello stile di notazione e interpretazione di passaggi specifici vengono tuttora mantenute nelle varie scuole insieme alla tradizione del “pezzo segreto”. 

Opere in dettaglio 

Esistono vari modi per classificare le opere Noh, in base alle caratteristiche formali sceniche: 

Genzai Noh (現在能, “Noh presente”) ha personaggi umani ed eventi riscontrabili nella quotidianità; 

Mugen Noh (夢幻能, “Noh soprannaturale”) ci sono elementi di natura soprannaturale; 

Ryōkake Noh (両掛能, “Noh mixato”) un misto dei due. 

In base a cosa avviene sul palco: 

Geki Noh (劇能) azione; 

Furyū Noh (風流能) ballo. 

In base alla storia narrata: 

Kami mono (神物) o waki Noh (脇能) racconta la storia di una divinità, generalmente di un santuario Shintō (es. Chikubushima 竹生島 e Takasago/Aioi 高砂/相老 “Invecchiare insieme”); 

Shura mono (修羅物) o ashura Noh (阿修羅能) opera di combattimento incentrata sui fantasmi di samurai che supplicano i monaci per la loro salvezza (es. Atsumori 敦盛 e Tamura 田村); 

Katsura mono (鬘物) o onna mono (女物) opera con parrucca o con protagonista femminile, ovvero dove l’interprete uomo si traveste da donna (non essendo originariamente previste donne nel Noh), (es. Bashō 芭蕉  “L’albero di Basho” e Matsukaze 松風 “Il vento nei pini”); 

94 opere varie tra cui genzai mono (現在物, “dramma dei giorni nostri” una storia contemporanea e “realistica” piuttosto che leggendaria e soprannaturale), kyō-jo mono/ kyōran mono (狂乱物, “dramma della donna pazza/dramma della pazzia” in cui la protagonista diventa pazza per la perdita di un amante o di un figlio), onryō mono (怨霊物, “dramma del fantasma vendicativo”), (es. Aya no Tsuzumi 綾鼓 “Il tamburo damascato” e Kinuta 砧 “Il blocco di riempimento”); 

Kiri Noh (切り能, “dramma finale”) o oni mono (鬼物, “dramma dei demoni”) sono circa 30 opere caratterizzate dalla presenza di diavoli, bestie ed esseri soprannaturali. 

Per un elenco completo, rimando a questo link List of Noh plays – Wikipedia

Fonti
Per contenuti
⦁ Japanese music ⦁ Japanese music (slideshare.net)
⦁ Music of Japan ⦁ Music of japan (slideshare.net)
Nō – Wikipedia
Noh – Wikipedia
Nōgaku – Wikipedia
About Nohgaku | THE NOHGAKU PERFORMERS’ ASSOCIATION⦁ ⦁ (in giapponese, raccomando di munirvi di traduttore)
Noh theatre | Japanese drama | Britannica⦁ ⦁ (in inglese, seguite il link che rimanda anche alla musica del Noh)

Per immagini

https://drouot.com/it/l/20058511-japon-periode-showa-19261989%EF%BF%BD%EF%BF%BD

Sisto Samantha

 

 

  

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