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XVI secolo, il Giappone vive uno dei momenti più travagliati della sua storia; siamo nel cosiddetto periodo Sengoku, o degli Stati belligeranti, un’epoca di guerra continua in cui i grandi signori feudali del Giappone combattevano incessantemente tra di loro senza esclusione di colpi. Un periodo di forte divisione che terminerà solo all’inizio del XVII secolo con l’ascesa al potere ed allo shogunato di Ieyasu Tokugawa e l’inizio del periodo Edo.

È in questo momento di guerra costante che fa la sua comparsa, nella storia nipponica, un guerriero valoroso e inusuale, si tratta di Yasuke, il samurai nero.

Yasuke 弥助 o 弥介 è stato un militare mozambicano elevato al rango di samurai da Oda Nobunaga, uno dei tre grandi unificatori della nazione giapponese, che Yasuke servì fedelmente e di cui fu anche il ‘portatore d’armi’. Probabilmente, date le poche notizie al riguardo, il vero nome di Yasuke era Yusufe ed era probabilmente un makua, ovvero appartenente ad una popolazione stanziata nel Nord dell’Africa orientale dominata dai portoghesi. Il nome Yusufe sembra derivare dal più popolare nome mozambicano Issufo. Va detto che non esiste documentazione certa che i makua abbiano avuto contatti importanti con i portoghesi con sede in Mozambico fino al 1585.

Yasuke potrebbe essere stato un membro dell’etnia Yao del popolo makua, situata nella zona più interna del Mozambico. Gli Yao stavano appena entrando in contatto con i portoghesi in quel momento, il che potrebbe spiegare il suo nome: cioè Yao che aggiunto al comune suffisso del nome maschile giapponese di suke produce di conseguenza Yao-suke e di conseguenza Yasuke (che si legge in giapponese Yaskè), ma è solo una teoria, per quanto interessante.

Yasuke potrebbe essere stato anche uno schiavo che, inviato nelle indie giovanissimo, avrebbe ottenuto la libertà prima o grazie all’incontro con Padre Alessandro Valignano che lo impiegò come guardia del corpo e cameriere.

Tornando alla sua vita “nipponica”, nel 1579 Yasuke giunse in Giappone al servizio del missionario gesuita italiano Alessandro Valignano, Visitatore delle Missioni nelle Indie e colui che nel 1582 avrebbe dato il via alla famosa Ambasciata Tensho che sarebbe giunta in Italia nel 1585, ma di questo ne parleremo in altri articoli. Verosimilmente Yasuke è stato uno dei tanti africani ad essere giunto con i portoghesi in Giappone durante il commercio di Nanban e si crede che sia stato il primo africano che Nobunaga avesse mai visto.

Il commercio 南蛮貿易 nanban-bōeki, o commercio con i barbari meridionali è un periodo che inizia con l’arrivo dei primi europei in Giappone nel 1543, fino alla loro esclusione dall’arcipelago nel 1641.

Ma approfondiamo quanto sappiamo della sua vita in Giappone.

Dicevamo quindi che Yasuke giunse in Giappone nel 1579 al servizio di Alessandro Valignano, e quando fu presentato a Oda Nobunaga, il grande Daimyo giapponese pensò che la sua pelle fosse stata colorata con inchiostro nero. Nobunaga lo fece spogliare dalla vita in su e gli fece strofinare la pelle in maniera davvero forte. Ovviamente lo stupore di Nobunaga fu enorme quando capì che Yasuke era davvero un uomo dalla pelle nera.

Questi eventi sono registrati in una lettera del 1581 del gesuita Luís Fróis a Lourenço Mexia, e nel Rapporto annuale della missione dei gesuiti in Giappone del 1582, sempre di Fróis. Questi furono pubblicati in Cartas que os padres e irmãos da Companhia de Jesus escreverão dos reynos de Japão e China II (1598), normalmente noto semplicemente come Cartas.

Avendo realizzato che la pella di Yasuke era davvero nera, Nobunaga si interessò fortemente a lui vedendolo come un uomo di grande vigore e potenza..

Nella “Cronaca del Signore Nobunaga” si conferma il racconto di Fróis e si descrive così l’incontro:

“Il 23 marzo 1581, un paggio nero venne dai paesi cristiani. L’uomo fu descritto come robusto, nero come un toro, e di buon carattere. Il nipote di Nobunaga gli diede una somma di denaro in questo primo incontro.”

Il 14 maggio, Yasuke partì per la provincia di Echizen con Fróis e gli altri cristiani. Durante questo viaggio, incontrarono signori della guerra locali come Shibata Katsutoyo, Hashiba Hidekatsu e Shibata Katsuie. Tornarono a Kyoto il 30 maggio.

Yasuke sapeva parlare giapponese perché gli era stato insegnato grazie agli sforzi di Valignano per assicurarsi che i suoi missionari si adattassero bene alla cultura locale. A Nobunaga piaceva parlare con lui e Yasuke era forse l’unico servitore non giapponese che Nobunaga avesse al suo servizio e, secondo le fonti consultate, ottenne da Nobunaga il diritto a portare le due spade da Samurai.

Al seguito della campagna militare di Nobunaga, dopo la battaglia di Tenmokuzan, Nobunaga guidò le sue truppe, incluso Yasuke, nel territorio del clan Takeda. Successivamente incontrò anche Tokugawa Ieyasu e  Matsudaira Ietada, servitore di Ieyasu, descrisse Yasuke come alto “6 shaku 2 sun (6 piedi 2 pollici o 188 cm). Era nero e la sua pelle era come il carbone”.

Nel giugno 1582, Nobunaga fu attaccato e costretto a commettere seppuku a Honnō-ji nei pressi di Kyoto (il caso in questione merita un articolo a parte) dall’esercito di Akechi Mitsuhide. Yasuke era lì e combattè le forze di Akechi. Subito dopo la morte di Nobunaga, Yasuke andò a unirsi all’erede di Nobunaga,  Oda Nobutada, che stava cercando di radunare le forze di Oda al castello di Nijō ma alla fine venne catturato. Quando Yasuke fu presentato ad Akechi, costui avrebbe detto che l’uomo nero era un animale oltre che non giapponese e quindi non doveva essere ucciso, ma portato alla chiesa cristiana di Kyoto, il Nanbanji; sebbene non vi siano prove certe sulla credibilità di questo destino non ci sono ulteriori informazioni scritte su di lui dopo questo fatto.

Di una cosa però possiamo essere certi, del fatto che il grande Yasuke, nonostante non fosse giapponese di nascita, fu un grande Samurai ed onorò la fiducia datagli da Oda Nobunaga…

La sua figura è tuttora rappresentata in film, anime, manga e romanzi…

Antonio Vaianella

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