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Non so se per voi è stato lo stesso, ma per me, dopo la “scoperta” delle “alghe” si è praticamente spalancato un mondo ricco di sapori e  salutare.

Partiamo dalle basi.

Esistono diverse varietà di alghe commestibili. Tra le più note, troviamo:

  • Alghe nori
  • Hijiki
  • wakame;
  • kombu;
  • dulse;
  • alghe azzurre come la spirulina. Queste ultime, in realtà, vengono erroneamente definite “alghe”, ma, in realtà, sono batteri fotosintetici (cianobatteri).

Facciamo un pò di chiarezza, abbiamo tre grandi gruppi:

1 Alghe brune (wakame, hijiki, kombu):

che sono ricche di iodio e di potassio, vitamine del gruppo B, di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. Sono usate per la produzione di integratori, per il trattamento del reflusso gastro-esofageo. Hanno un sapore forte e deciso e in cucina sono usate nelle insalate, zuppe e contorni.

 

 

 

 

2 Alghe Rosse ( dulse, nori):

loro contengono proteine, vitamine, antiossidanti, minerali e acidi grassi essenziali. Sono utilizzate in cosmesi, in cucina e in erboristeria. Da queste alghe si estrae l’agar agar con proprietà gelificanti e addensanti. Tra le alghe rosse da portare in tavola c’è l’alga dulse, utilizzata soprattutto nelle insalate e l’alga nori, impiegata nella preparazione del sushi.

 

 

3 Verdi e azzurre:

si utilizzano come integratori per il loro apporto di vitamine, sali minerali, proteine e per l’azione stimolante sul sistema immunitario.

Praticamente assumendole avremo fonti di:

  • Proteine.
  • Carboidrati.
  • Sali minerali.
  • Oligoelementi (iodio, ferro e calcio)
  • Vitamine del gruppo B e la C.

Occorre,  in generale,  fare molta attenzione in caso di disturbi come ad esempio l’ipertiroidismo (per il  contenuto di iodio), quindi è meglio consultare il proprio medico.

Le alghe aiutano ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue, svolgono un’azione antinfiammatoria e favoriscono il benessere dell’apparato gastrointestinale.

Quindi il loro consumo :

  • Stimola la tiroide.
  • Attiva il metabolismo.
  • Favorisce l’aumento delle difese immunitarie.
  • Esercitano un’azione depurativa.

    Le sostanze contenute nelle alghe, sono quindi di aiuto contro l’obesità: le mucillagini, presenti in alte quantità, assorbono i liquidi agevolando la sensazione di sazietà.
    Lo iodio stimola e riattiva il metabolismo, mentre altri enzimi favoriscono la demolizione dei grassi.

Le grandi quantità di iodio e selenio contenute nelle alghe, come il calcio vegetale e il magnesio presenti nell’alga wakame,  le rendono un alimento fondamentale per combattere la demineralizzazione delle ossa e quindi l’osteoporosi, un grave nemico delle donne soprattutto nel delicato periodo della menopausa.

Le alghe,  migliorano gli stati depressivi dovuti a carenze di iodio o magnesio e stimolano la diuresi, riducendo i gonfiori dovuti alla ritenzione idrica.

Aggiungendone alla nostra alimentazione, saranno utili nelle diete, e aumenteranno il sapore e  gusto in ogni tipo di ricetta anche le più semplici.

Di solito si vendono essiccate in fiocchi o preparate in fogli sottilissimi, raramente fresche, e nella maggior parte dei casi non è necessaria la cottura. Basta immergerle in acqua per una decina di minuti, in modo da reidratarle, e dopo averle strizzate è possibile aggiungerne alcuni pezzi crudi in zuppe, creme di verdure, piatti di mare o ancora minestre di legumi.

Alghe come la nori o la hijiki, una volta reidratate e strizzate, possono essere cotte insieme ai legumi o ancora saltate in padella con olio d’oliva o salsa di soia e utilizzate per insaporire piatti di pesce o di carne. La meno nota alga dulse, una volta scottata in padella, è ottima per insaporire pasta, riso, insalate o frittate. In ogni caso, l’uso più comune che si fa delle alghe in cucina è come condimento per insaporire i piatti: la spirulina di solito è venduta in polvere, mentre le altre possono essere sbriciolate e distribuite sulle insalate.

Alcune sono dolci, come le alghe kombu, altre più delicate come le wakame.

Nella maggior parte dei casi non coprono i sapori dei cibi, ma li esaltano, la dulse si distingue per il suo sapore piccante, capace di rendere più stuzzicanti i tutti i piatti.

 

 1 – Kombu

Kombu o konbu (in giapponese 昆布) è un’alga molto usata in cucina per insaporire, addolcire (in modo naturale), per ammorbidire altri cibi o semplicemente come una qualsiasi altra verdura.

È ricchissima di iodio e può aiutare la tiroide a funzionare correttamente, agendo così anche sul metabolismo, ed è una preziosa riserva di calcio e sali minerali.

Fa parte della famiglia delle  alghe brune,(insieme alle  wakame, hijiki), crescono in abbondanza sotto la superficie dell’acqua. Sono molto diverse  nella forma, ma  generalmente hanno larghe fronde, lisce e lucenti. 

Sono state usate fin dall’antichità non solo in Estremo Oriente, ma anche lungo le coste atlantiche, chiamate in diversi modi ad esempio alghe rifiuti di mare ( talvolta usate per concimare), oppure millefoglie acquatico  o erbacce che si attaccano ai remi

L’alga Kombu è una buona fonte di acido glutammico, un amminoacido responsabile dell’umami, (“gradevole al palato”).

La Kombu contiene una buona quantità di iodio, essenziale nella crescita e lo sviluppo, però a causa del suo alto contenuto di iodio la Kombu viene ritenuta responsabile di problemi alla tiroide, in particolare dopo aver bevuto notevoli quantità di latte di soia, nel quale la kombu sia stata usata come un additivo. Per questo motivo non è consigliato l’uso di Kombu per le persone che soffrono di ipertiroidismo. Un sostituto può essere trovato nella Wakame, che contiene un quantitativo minore di iodio.

E’ una sorgente di fibra, e contiene enzimi  in grado di rompere i legami formati dagli zuccheri complessi, che non sono digeribili dall’intestino umano, causando aria intestinale.

Una striscia di kombu messa a bagno e fatta cuocere brevemente nell’acqua costituisce una deliziosa base per zuppe e pasta in brodo. Questa preparazione, con l’aggiunta del katsuobushi, viene chiamata dashi e serve come base per preparare molti gustosi piatti giapponesi, il suo valore nutrizionale era ben noto molto tempo fa ai monaci buddisti, ai quali rigide regole proibivano l’uso di qualsiasi ingrediente di origine animale. 

Ha la proprietà di ammorbidire le fibre di altri cibi infatti una striscia di kombu cotta con fagioli o castagne secche serve a renderli morbidi più in fretta e ad esaltarne il sapore, liberando sostanze nutritive di grande valore ed accrescendo in generale la digeribilità del piatto, tale processo è reciproco poiché anche la kombu diventa più morbida se cucinata con cibi ricchi di proteine come ad esempio i legumi.

L’alga Kombu se lasciata essiccare alcuni giorni all’aria può essere sgranocchiata come spuntino oppure le frittelle di Kombu sono gradite dai bambini. La kombu in Occidente è venduta secca ed impacchettata a strisce, in fiocchi, in polvere o in compresse. In Estremo Oriente si trova anche in altre forme. In Giappone esistono molti prodotti a base di kombu:

  • Ne-kombu:una radice ad uncino della kombu, ricca di minerali, molto fibrosa quindi ha bisogno di un lungo ammollo e di una lunga cottura, ha un sapore ricco, dolce, simile a quello della liquirizia; viene cotta in acqua e condita con salsa di soia, finché diviene morbida,viene servita in piccole porzioni per accompagnare altri piatti; è utile per rinforzare l’intestino.
  • Natto-kombu: o kombu sminuzzata, è una striscia di kombu tagliata a filetti sottili, si può usare per preparare il dashi o brodo di base ed aggiungere alla preparazione come verdura.
  • Kombu istantanea o tororo: qualità selezionata di kombu essiccata al sole, messa a bagno in aceto di riso poco aspro per diversi giorni e poi tagliata in fili sottili come capelli, non richiede quasi cottura; si può aggiungere a zuppe a fine cottura o ammorbidire in acqua bollente e condita con salsa di soia per accompagnare altri piatti, ha un sapore dolce e leggermente agro.
  • Polvere di kombu o kombu-ko: kombu di primissima qualità, seccata e macinata in polvere finissima, dal sapore dolce, è da spolverizzare sui cibi come condimento o cuocere in acqua per una bevanda nutriente.
  • Kelp in polvere: è quella commercializzata dall’industria dell’alimentazione naturale, è normalmente macinata con varietà non selezionate di kombu atlantica ed è piuttosto grossolana, con un sapore di mare più forte della polvere di kombu giapponese; è talvolta usata come integratore alimentare e se aggiunta all’acqua del bagno è un eccellente tonico.

L’alga Kombu viene inoltre utilizzata nella preparazione del seitan.

 

2 – Dulse, Darusu, o Palmaria palmata 

Palmaria palmata, è un’alga rossa, nota tra gli anglosassoni con il nome di dulse e in Giappone come Darusu. 

Cresce a ciuffi e abbondante nell’acqua bassa lungo le coste rocciose, dove le acque sono mosse. Le alghe sono piccole ed hanno talli alti da 15 a 30 cm e fronde piatte, lisce e morbide, che si aprono come le dita di una mano. Il raccolto avviene tra maggio e ottobre a mano durante la bassa marea, vengono poi fatte seccare al sole e al vento, selezionate ed impacchettate per la vendita.

La troviamo sulle coste settentrionali degli oceani Atlantico (soprattutto sulle coste del Finistère in Bretagna, dell’Irlanda, della Scozia e della Scandinavia), nel Pacifico (Giappone), nella baia di Fundy e tra il New Brunswick e Maine

Tra le alghe originarie dell’Atlantico del Nord, la Palmaria palmata è la più conosciuta ed apprezzata ed è stata consumata per molti anni dalla popolazione dell’Europa nord-occidentalede. 

È un’alga morbida e dal particolarissimo gusto “piccante” unico nel suo genere. Si usa per preparare una serie di zuppe e di ottimi condimenti; fatta cuocere brevemente, si combina bene con le cipolle e costituisce un accompagnamento gustoso per piatti a base di avena e di cereali cotti. 

Dopo un breve ammollo si può aggiungere a diversi tipi di insalate, dando così una nota di colore e nel contempo un apporto importante di sostanze nutritive. L’alga dulse può essere gustata anche cruda ma sostiene bene anche le medie cotture. 

La sua foglia è abbastanza consistente, ma tenerissima, rende perciò l’alga particolarmente versatile e adatta a mille occasioni da sperimentare in innumerevoli ricette.

 L’alga dulse può contenere delle conchigliette e quindi necessita di un’accurata pulizia prima dell’uso.

Palmaria palmata può essere considerata un’alga “digestiva” se assunta dopo i pasti. La particolare combinazione di vitamine, sali minerali e amminoacidi la rende uno strumento ideale contro lo stress. Dopo l’alga nori è quella col contenuto proteico più alto. Per il suo elevato contenuto salino può essere considerato un efficace e ottimo “integratore” naturale da assumere dopo l’attività sportiva per il riequilibrio idro-salino.

Contiene:

  • Vitamina C 
  • Lisina
  • potassio 
  • proteine 
  • Magnesio 
  • Fosforo 
  • FERRO
  • Provitamina B12 
  • Calcio

 

 E’ un’alga di colore rosso ricchissima di ferro, utile dunque a chi ha carenze oppure alle donne durante il ciclo mestruale.

Favorisce la digestione se assunta dopo i pasti. La combinazione di vitamine, sali minerali e amminoacidi la rende utile anche per combattere lo stress.

3 – Hijiki

Hijiki (ヒジキ, 鹿尾菜 o 羊栖菜, hijiki ), a volte chiamato hiziki , è un ortaggio marino marrone che cresce selvatico sulle coste rocciose dell’Asia orientale.

L’alga Hijiki, è un’alga bruna che cresce in estremo oriente, soprattutto in Giappone.

E’ un’alga dal sapore deciso e dai grandi pregi nutritivi, avente foglie di forma cilindrica, nere e dure, che crescono a profondità maggiori rispetto alle altre alghe e possiedono il maggior tenore di minerali e oligoelementi.

La Hijiki è ricchissima di calcio, ne contiene, molto di più del latte vaccino. I minerali e gli oligoelementi la rendono  particolarmente apprezzata, in oriente, e nutriente. Possiede inoltre notevoli quantità di potassio e ferro.

Simili alle foglie del tè, il loro volume aumenta quando lasciate in ammollo. Sono gustose saltate o anche in pastella e fritte. Vendute nei negozi specializzati e orientali, sono seccate e impacchettate.

Una volta ammollate si espandono molto, aumentando fino a cinque volte il loro volume; sono ottime fatte saltare con un po’ d’olio e cipolle o altre verdure.

È un’alga di rigenerazione per eccellenza: è cicatrizzante, rinforza, facilita l’abbassamento del tasso di colesterolo, previene la carie dei denti, limita i capelli bianchi.

Questa alga tonifica il corpo e purifica il sangue, mantenendo costante il livello degli zuccheri. Inoltre rinforza le funzioni respiratorie, digestive, riproduttive ed escretorie, nonché innalza le difese immunitarie.

Le hijiki sono sempre state consumate in piccole quantità dai giapponesi.

La Hijiki fa parte della sfera culinaria e della dieta giapponese da secoli. È ricca di fibre alimentari e minerali essenziali come calcio, ferro e magnesio. Secondo il folklore giapponese , l’hijiki aiuta la salute e la bellezza, e i capelli spessi, neri e lucenti sono collegati al consumo regolare di piccole quantità.

Evitare di esagerare con la quantità di alghe Hijiki in caso di alterazioni del metabolismo. 

Per di più si è visto che contengono arsenico inorganico, per questo in alcuni paesi non vengono più vendute e per questo i giapponesi ne consumano poche alla volta.

Le alghe sono comunque da limitare in quanto potenzialmente allergizzanti.

E’ un’alga scura fra le più ricche di calcio. Prima del consumo va lasciata in ammollo per dieci minuti.

Aiuta la digestione per il suo alto contenuto in fibre e la motilità intestinale, combattendo la stitichezza. Controlla il livello del colesterolo e degli zuccheri nel sangue.

Grazie alle sue proprietà rigeneranti e cicatrizzanti, è un’ottima alleata per la salute della pelle.

Può essere consumata sia cruda che cotta. Se disidratata, assume la forma di filamenti scuri e arricciati. Per consumarla occorre prima reidratarla, immergendola in acqua tiepida per alcuni minuti.

In questo modo aumenta di volume (fino a cinque volte) e può essere usata cruda in insalata. Ha un gusto piuttosto deciso, quindi non serve condire molto i piatti in cui si utilizza.

 

Hijiki è di colore dal verde al marrone quando si trova in natura. Un pescatore e un subacqueo professionista raccolgono l’hijiki con una falce durante la bassa marea della marea primaverile di maggio da marzo. Dopo la raccolta, le alghe vengono bollite ed essiccate per essere vendute come hijiki essiccato. L’hijiki lavorato essiccato diventa nero. L’hijiki essiccato per la cottura, viene prima messo a bagno in acqua e poi cotto con gli altri ingredienti come ad esempio salsa di soia e zucchero per fare un piatto.

In Giappone , l’hijiki viene normalmente consumato con altri cibi come verdure o pesce. Può essere aggiunto a cibi cotti al vapore, bolliti, marinati in salsa di soia o salsa di pesce, cotti nell’olio o aggiunti a zuppe, patatine fritte o torte salate. L’alga Hijiki può essere mescolata con il riso per il sushi ma non viene utilizzata come impacco per preparare il sushi. Il gel Konjac (konnyaku) in Giappone è tipicamente preparato con hijiki mescolato per conferirgli il caratteristico colore grigio e la consistenza.

Hijiki contiene fibre alimentari e minerali come ferro, calcio e magnesio . La fibra alimentare fa bene all’intestino e il ferro aiuta a prevenire l’anemia . Il rapporto tra calcio e magnesio nell’hijiki è di 2 a 1.

Diverse agenzie governative per la sicurezza alimentare hanno consigliato ai consumatori di evitare il consumo di alghe hijiki, ,a il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare del Giappone ha risposto con un rapporto sottolineando che mentre il consumo di oltre 4,7 g di alghe hijiki al giorno potrebbe comportare un’assunzione di arsenico inorganico che supera l’assunzione giornaliera tollerabile per questa sostanza, la media giornaliera il consumo per i giapponesi è stimato in 0,9 g. Molti dei rapporti  di altre agenzie per la sicurezza alimentare hanno riconosciuto che è improbabile che il consumo occasionale di hijiki causi rischi significativi per la salute, ma hanno sconsigliato qualsiasi consumo a prescindere.

Sebbene fino ad oggi non siano state associate malattie note al consumo di alghe hijiki, l’arsenico inorganico è stato identificato come cancerogeno per l’uomo. L’esposizione all’arsenico inorganico è stata collegata a effetti gastrointestinali , anemia e danni al fegato. Le persone che seguono una dieta macrobiotica che spesso include grandi quantità di alghe possono essere maggiormente a rischio.

 

4 – Nori

E’ nota a tutti gli amanti della cucina giapponese, perché usata per la preparazione dei maki, i classici rotolini di riso.

Il suo sapore delicato la rende poi ottima per insaporire zuppe, risotti e minestre, ma è buona anche cruda condita con olio e aceto.

Il contenuto di proteine di questa alga è pari al 50% del suo peso da secca. In più è una fonte indispensabile di fibre vegetali, omega 3 e vitamina C.

È ricca di amminoacidi, tra cui l’arginina. La presenza di taurina, invece aiuta la corretta funzionalità del fegato. Contiene, oligoelementi essenziali, tra cui manganese, zinco, rame e selenio.

Con il nome di nori s’intendono comunemente varie specie di alghe.  

L’alga nori per sushi è certamente l’alga più popolare del pianeta e anche la più consumata in alimentazione. Il Giappone ne produce da solo circa 11 miliardi di pezzi annui.

Viene preparata con alghe rosse: dopo la raccolta le alghe vengono lavate e poi tritate finemente e ridotte in una poltiglia densa come una zuppa, che viene versata in piccole quantità in riquadri appoggiati su stuoie di bambù. Il liquido in eccesso cola via e le stuoie ricoperte di alghe vengono fatte seccare, alla maniera tradizionale al sole, oppure in grossi forni. Le alghe che vengono usate per la preparazione della nori sono alghe dall’elevato contenuto proteico e dall’equilibrata presenza di vitamine, sali minerali ed Omega 3.

Il consumo di queste  risale al 533-544 d.C. in Cina.

L’alga nori per sushi viene venduta secca, in confezioni da 10 foglietti ripiegati di forma quadrata, di 18 centimetri per lato. Una nori di buona qualità sarà poco friabile e lucente e vista in controluce apparirà di una verde trasparenza e di grana uniforme. Si possono trovare fogli di nori già tostati conosciuti come “Sushi Nori” o tostati e tagliati a striscioline adatti per guarnire piatti, detti “Kizami Nori”. I foglietti di Nori devono essere conservati in un recipiente al chiuso per mantenerne intatta la loro fragranza.

In Oriente ed in particolar modo in Giappone la nori viene consumata con abitudine quotidiana, anche dai bambini che la gradiscono semplicemente da sgranocchiare poiché ha un gusto gradevole e nutre. L’alga è adatta per la preparazione dei maki dalla classica forma arrotolata ad involtino. Con i foglietti di nori si possono creare una serie di aperitivi: basta tagliare il foglietto in piccoli quadratini e piegarne i lati formando dei piccoli cestini da riempire con olive, carciofini, funghetti, grana, paté, sottaceti, verdure, uova, tonno, bottarga, caviale, maionese, salse.

Queste alghe contengono quantità significative di proteine, vitamine e sali minerali. Il loro contenuto di vitamina C  è maggiore rispetto a quello delle arance. Il contenuto di vitamina A è paragonabile a quella delle carote, con abbastanza elevate quantità di vitamina B in generale. Sono ricche in aminoacidi e in modo particolare contengono una elevata quantità di arginina, un aminoacido che si trova generalmente nelle proteine animali. Nelle nori, il gusto caratteristico è il risultato della coesistenza di quantità relativamente elevate di alanina, acido glutammico e glicina

 Esse contengono inoltre un’abbondante quantità di taurina, che è in grado di essere efficace per l’attività del fegato, in particolare per prevenire la comparsa dei calcoli e per il controllo dei livelli di colesterolo nel sangue. Le alghe nori contengono anche una quantità elevata di oligoelementi essenziali, come lo zinco, il manganese, il rame e il selenio essenziali per i processi metabolici dell’organismo. Le alghe, inoltre, sono una fonte importante di iodio, ne contengono infatti quantità maggiori di ogni altro alimento.

 

5 – Wakame

E’ l’alga più ricca di calcio vegetale e magnesio e dunque utile nella prevenzione dell’osteoporosi. Nella tradizione culinaria giapponese è utilizzata per la preparazione della zuppa di miso o per zuppe di legumi e verdure.

La wakame è anche ricca di proteine e amminoacidi essenziali, come il triptofano, che la rendono un alimento complementare alle fonti di proteine vegetali, come legumi e cereali.

Per il suo sapore delicato è una delle alghe più apprezzate in Occidente.

In commercio si trova essiccata, ma anche in polvere, in compresse o in gocce come integratore alimentare. Si consuma sia fresca che essiccata da reidratare. Una delle ricette più famose è il Goma Wakame, un contorno tipico della cucina giapponese a base di alga wakame, sesamo e salsa di soia.

Wakame è una qualità di kelp originaria delle coste fredde e temperate dell’Oceano Pacifico nord-occidentale. Ha un sapore e una consistenza leggermente dolci, ma caratteristici e forti. È  spesso servito in zuppe e insalate.

Il wakame è stato a lungo raccolto per il cibo nell’Asia orientale, e gli agricoltori del mare in Giappone hanno coltivato il wakame dall’VIII secolo ( periodo Nara ). 

Gli studi condotti presso l’Università di Hokkaido hanno scoperto che un composto nel wakame noto come fucoxantina può aiutare a bruciare il tessuto adiposo. Studi sui topi hanno dimostrato che la fucoxantina induce l’espressione della proteina bruciagrassi che si accumula nel tessuto adiposo intorno agli organi interni.

Wakame è una ricca fonte di acido eicosapentaenoico , un acido grasso omega-3 .Wakame ha anche alti livelli di sodio , calcio , iodio , tiamina e niacina .

Nella medicina orientale è stato utilizzato per la purificazione del sangue, la forza intestinale, la pelle, i capelli, gli organi riproduttivi e la regolarità mestruale. 

In Corea, la zuppa miyeokguk è comunemente consumata dalle donne dopo il parto poiché la mostarda di mare ( miyeok ) contiene un alto contenuto di calcio e iodio, nutrienti importanti per le neomamme. Molte donne lo consumano anche durante la fase di gravidanza. Per questo motivo è tradizionalmente consumato anche in occasione dei compleanni, in ricordo del primo alimento che la madre ha mangiato e trasmesso al neonato attraverso il latte.

Le fronde di Wakame sono verdi e hanno un sapore leggermente dolce e una consistenza satinata. Le foglie devono essere tagliate a pezzetti poiché si espandono durante la cottura.

In Giappone e in Europa, il wakame viene distribuito essiccato o salato e utilizzato nelle zuppe (in particolare la zuppa di miso ) e nelle insalate ( insalata di tofu ), o spesso semplicemente come contorno al tofu e a un’insalata di verdure come il cetriolo . Questi piatti sono tipicamente conditi con salsa di soia e aceto / aceto di riso .

Goma wakame, noto anche come insalata di alghe, è un contorno popolare nei ristoranti di sushi americani ed europei. Tradotto letteralmente, significa “alghe di sesamo”, poiché i semi di sesamo sono solitamente inclusi nella ricetta.

 6 – Spirulina 

Si tratta di una microalga d’acqua dolce, utilizzata nel gomasio (condimento costituito da sale, sesamo e alghe), ricca di proteine facili da assimilare, vitamine del gruppo B, A e D.

E’ utilizzata per la composizione di integratori alimentari depurativi e disintossicanti.

Si trova in commercio sotto forma di capsule o in polvere. Quest’ultima si può aggiungere a the, latte, yogurt o bevande come gli smoothie.

In cucina è preferibile scegliere l’alga essiccata a basse temperature, un metodo che preserva tutte le vitamine naturalmente presenti nell’alga.

Si può abbinare alle verdure grigliate, condite con un’emulsione di olio extravergine, spirulina e limone. Nei piatti cotti, come zuppe e minestre, è meglio aggiungerla a fine della cottura, per evitare di disperdere le sue proprietà.

Spirulina è il nome generico di una biomassa essiccata che si ricava dalla raccolta della cosiddetta alga spirulina. Tale organismo viene chiamato alga in modo improprio in quanto è un cianobatterio.

La spirulina è considerata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) come ingrediente alimentare e può essere inserita in integratori alimentari, in prodotti alimentari o usata in purezza per l’utilizzo in cucina o in cosmetica. La spirulina ha un sapore che ricorda quello del pesce appena pescato.

La spirulina secca contiene in media circa 5% di acqua, 24% di carboidrati, 8% di grassi e 60% (con oscillazioni comprese nell’intervallo 51-71%) di proteine. Si tratta di un contenuto proteico completo, cioè comprendente tutti gli amminoacidi essenziali anche se il contenuto in metionina, cisteina e lisina è sostanzialmente minore di quello nelle proteine di carne, uova e latte.

Il contenuto lipidico della spirulina è circa l’8% in peso. La spirulina è ricca di acido gamma-linolenico (GLA) omega 3, omega 6 e fornisce anche acido alfa-linolenico (ALA), acido linoleico (LA), acido stearidonico (SDA), acido eicosapentaenoico (EPA), acido docosaesaenoico (DHA) e acido arachidonico (AA). 

La spirulina contiene anche vitamine B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (nicotinamide), B6 (piridossina), B9 (acido folico), vitamina C, vitamina D, vitamina A e vitamina E.

È inoltre una fonte di potassio, calcio, cromo, rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio, sodio e zinco.

Infine contiene molti pigmenti che possono essere benefici, tra cui beta-carotene.

Naturalmente non esistono solo questi tipi di alghe ma queste sono solo alcune delle più conosciute ed utilizzate. Per chi è interessato a scoprire delle ricette vi rimando alla sezione dedicata.

Yuki 

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