Donne Guerriere d'Oriente

Donne guerriere dell’Estremo Oriente: Xun Guan

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Xun Guan (荀灌): una fanciulla tra le spade – Eroismo femminile nella Cina della dinastia Jin

Introduzione
La storia cinese è ricca di figure eroiche femminili che, in tempi di crisi, hanno saputo dimostrare abilità militari, intelligenza strategica e spirito di sacrificio pari – e talvolta superiori – a quelle dei loro colleghi maschi. Tra queste spicca il nome di Xun Guan (荀灌), una giovanissima eroina della dinastia Jin (晉朝, 266–420 d.C.), la cui impresa militare all’età di soli tredici anni è narrata nel Libro di Jin (Jin Shu, 晉書). Nonostante la scarsa documentazione sulla sua vita, il suo gesto ha attraversato i secoli, diventando simbolo di patriottismo, coraggio e risolutezza femminile.

Contesto storico
All’inizio del IV secolo, l’Impero cinese sotto la dinastia Jin si trovava in una fase di acuta instabilità politica e militare. Dopo l’unificazione della Cina da parte del generale Sima Yan (司馬炎) nel 280 d.C., l’Impero Jin si trovò ben presto a fronteggiare rivolte interne e minacce esterne. Uno dei principali scenari di conflitto era la regione di Jingzhou (荊州), collocata strategicamente a nord del fiume Yangzi (長江), che rappresentava uno snodo fondamentale per il controllo del sud della Cina.

 

Nel 315 d.C., la città di Wancheng (宛城) – nell’odierna Nanyang (南陽), nella provincia dell’Henan (河南) – venne assediata dalle truppe del ribelle Du Zeng (杜曾). Il padre di Xun Guan, Xun Song (荀崧), era allora sovrintendente militare (刺史, cìshǐ) di Jingzhou e comandante della guarnigione cittadina. Con pochi uomini e scarse provviste, la situazione si fece drammatica.

 

 

 

L’impresa di Xun Guan
Secondo quanto riportato nel Jin Shu, quando la resistenza sembrava ormai destinata a cedere, Xun Guan, all’età di appena tredici anni, si offrì volontaria per un’azione rischiosissima: rompere l’assedio, attraversare le linee nemiche e cercare rinforzi. Con un piccolo gruppo di soldati, cavalcò nella notte, affrontando pattuglie nemiche e superando i confini nemici. Il suo obiettivo era raggiungere Shi Lan (石覽), amministratore della vicina Xiangcheng (襄城) – nell’attuale Xuchang (許昌) – e recapitare una lettera indirizzata al potente generale Zhou Fang (周訪), figura influente tra le fila dei lealisti Jin.

Dopo giorni di marcia e scontri, il gruppo riuscì a raggiungere Luyang (魯陽) e da lì implorò Shi Lan di muovere le truppe. L’intervento fu tempestivo: un esercito consistente fu inviato a Wancheng, costringendo Du Zeng a una rapida ritirata. La città fu salvata grazie al coraggio e alla determinazione di una bambina divenuta comandante.

Analisi storica e simbolica
L’impresa di Xun Guan si inserisce nel filone letterario e storico cinese che celebra la virtù femminile non solo nel contesto familiare, ma anche nella sfera pubblica e militare. La sua azione non è dissimile, per esempio, da quella attribuita a Hua Mulan (花木蘭), la leggendaria guerriera che si finse uomo per arruolarsi nell’esercito. Tuttavia, a differenza di Mulan, la cui esistenza storica è ancora oggetto di dibattito, Xun Guan è documentata in un’opera storica ufficiale compilata nel VII secolo.

Secondo i canoni confuciani dominanti nella dinastia Jin, la donna doveva mantenersi ritirata nel focolare domestico e dedicarsi alla cura della famiglia. Tuttavia, in contesti bellici e d’emergenza, le donne erano talvolta chiamate – o si chiamavano spontaneamente – a servire la patria. Il gesto di Xun Guan fu dunque doppiamente straordinario: non solo per la sua giovane età, ma per la rottura dei codici culturali dell’epoca.

Eredità culturale
Nonostante l’assenza di notizie successive alla sua impresa e l’ignota data della morte, Xun Guan è divenuta una figura simbolica, celebrata in ballate popolari e testi didattici, spesso presentata come modello di virtù femminile e patriottismo. Nelle epoche successive, specialmente durante le dinastie Tang e Song, le sue gesta furono incluse in raccolte morali e agiografiche dedicate a donne esemplari, come il Lienü Zhuan (列女傳, “Biografie di donne esemplari”).

Un piccolo tempio a lei dedicato si trova nei pressi di Nanyang, anche se il sito non è oggetto di grande afflusso turistico. Tuttavia, in ambito accademico e nei testi scolastici cinesi, il suo nome è tuttora ricordato come quello di una pioniera del valore femminile in armi.

Curiosità e aneddoti
Si narra che, al momento di proporre la missione al padre, Xun Guan abbia dichiarato: «Il nemico è forte, ma il cuore di una figlia per il suo popolo è più forte ancora.» La frase è probabilmente apocrifa, ma è entrata nell’immaginario didattico cinese.

In alcune versioni letterarie posteriori, Xun Guan viene descritta come maestra d’arco e stratega, elementi probabilmente leggendari ma indicativi della sua trasformazione in archetipo.

Durante la dinastia Ming, un dramma teatrale intitolato “La figlia che cavalcò la notte” (夜騎之女) venne messo in scena in suo onore, anche se oggi se ne è perduta gran parte.

Glossario

Xun Guan 荀灌 Nome della protagonista, giovane eroina Jin
Jin 晉 Dinastia cinese (266–420)
Jingzhou 荊州 Regione cinese strategica nel periodo
Wancheng 宛城 Città fortificata, oggi parte di Nanyang
Shi Lan 石覽 Amministratore lealista di Xiangcheng
Zhou Fang 周訪 Generale alleato dei Jin
Du Zeng 杜曾 Ribelle che assediò Wancheng
Luyang 魯陽 Colline attraversate da Xun Guan per cercare aiuto
Jin Shu 晉書 “Libro di Jin”, opera storica del VII secolo
Cishi 刺史 Titolo di governatore o sovrintendente militare

Bibliografia
Fang Xuanling (房玄齡), Jin Shu (晉書), libro 59. Pechino: Zhonghua Shuju, 1974.

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Raphals, Lisa. Sharing the Light: Representations of Women and Virtue in Early China. State University of New York Press, 1998.

Zurndorfer, Harriet. Chinese Women in the Imperial Past: New Perspectives. Brill, 1999.

Idema, Wilt L., The White Snake and Her Son: A Translation of the Precious Scroll of Thunder Peak. Hackett Publishing, 2009.

Wang, Robin. Images of Women in Chinese Thought and Culture: Writings from the Pre-Qin Period through the Song Dynasty. Hackett Publishing, 2003.

Conclusione
La figura di Xun Guan (荀灌) emerge dalle pagine della storia come simbolo dell’eccezione che diventa norma morale. In una società dominata dalla visione patriarcale confuciana, la sua azione eroica rappresenta una rottura momentanea ma significativa, diventando uno dei pochi esempi documentati di protagonismo femminile militare nella Cina del IV secolo. Il suo gesto resta tuttora fonte d’ispirazione e oggetto di riscoperta culturale e femminista in epoca contemporanea.

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