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Santuario di Motonosumi Inari – Un tunnel di torii rossi che conduce al mare

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Parte I – Origine, architettura e spiritualità del luogo

1. Introduzione: il santuario dove il cielo incontra l’oceano
Nel nord della Prefettura di Yamaguchi (山口県), nella regione di Chūgoku, sorge uno dei luoghi più iconici e fotogenici del Giappone: il Santuario di Motonosumi Inari.
Scolpito su una scogliera affacciata sul Mare del Giappone, questo luogo è noto per il suo tunnel di 123 torii rossi che serpeggiano tra la vegetazione e portano il visitatore dal verde della collina fino all’azzurro dell’oceano.
È un luogo dove natura e sacro si fondono, dove la bellezza del paesaggio si intreccia con il culto delle divinità shintoiste, e dove il viaggiatore si sente piccolo, ma profondamente connesso all’universo.

2. Un santuario relativamente giovane (ma potentemente antico)
A differenza di molti altri santuari shintoisti, Motonosumi Inari ha una storia recente: venne fondato nel 1955, su ispirazione diretta della divinità Inari, secondo quanto rivelato in sogno a un pescatore locale.
Tuttavia, le radici del culto a cui si riferisce sono antichissime. Il santuario è una diramazione del celebre Fushimi Inari Taisha di Kyoto, il principale luogo sacro dedicato a Inari Ōkami (稲荷大神), kami del riso, della fertilità, del commercio e delle volpi.
Nel sogno del pescatore, una volpe bianca (byakko) – messaggera di Inari – gli apparve indicandogli il luogo dove costruire un nuovo santuario. Il pescatore seguì il messaggio e, grazie al sostegno della comunità locale, nacque Motonosumi Inari.

3. I 123 torii rossi: simbolo e percorso di purificazione
Il tratto più celebre del santuario è la scalinata formata da 123 torii (鳥居) color vermiglio, che si snoda lungo un sentiero in discesa per circa 100 metri, tra cespugli e scogli.
Questi torii:
Rappresentano la soglia tra il mondo umano e quello sacro
Costituiscono un rito in sé: ogni passo è un avvicinamento al divino
Sono rinnovati periodicamente, mantenendo il loro rosso acceso, colore che secondo la tradizione scaccia gli spiriti maligni
Camminare sotto di essi, soprattutto in silenzio, con il rumore delle onde sullo sfondo, è un’esperienza trasformativa.
Alla fine del percorso, il visitatore si trova di fronte a uno strapiombo sul mare, da cui si può osservare la costa frastagliata e l’oceano che si infrange sulle rocce.

4. L’Offertorio Inaccessibile: una sfida spirituale
Un elemento molto curioso e distintivo di Motonosumi Inari è il suo offertorio (賽銭箱, saisenbako), posto in cima a un torii alto oltre 5 metri, all’ingresso del santuario.
Contrariamente alla pratica comune di gettare l’offerta in una cassetta a terra, qui bisogna lanciare la moneta in alto, cercando di centrare lo spazio dell’offertorio. Chi ci riesce, secondo la leggenda, vedrà esaudito un desiderio.
È un gesto che unisce gioco, fede e concentrazione, diventato un piccolo rituale moderno. I visitatori, giapponesi e stranieri, spesso provano più volte prima di riuscirci, tra risate e applausi.

5. Il paesaggio e l’energia del luogo (chikara)
Dal punto di vista paesaggistico, Motonosumi Inari è uno degli santuari più spettacolari del Giappone.
Inserito in una zona nota come Nagato Coast (長門市の海岸), il santuario sorge su falesie alte e impervie, tra vento costante, cielo limpido e acque blu cobalto.
Molti credono che questo luogo sia uno spot di energia (パワースポット, pawa-supotto), ossia un centro di forte concentrazione spirituale e naturale.
L’energia che si percepisce in loco viene descritta come:
Frizzante e pulita, come l’aria del mare
Risonante, amplificata dalle onde e dal legno dei torii
Rilassante ma potente, in grado di riequilibrare mente e corpo

Parte II – Inari, volpi, leggende e viaggio spirituale

6. Chi è Inari? Il kami dai mille volti
Inari Ōkami (稲荷大神) è uno degli spiriti (kami) più complessi e amati dello shintoismo giapponese. Tradizionalmente considerato il kami del riso e della fertilità, nel tempo Inari ha assunto anche i ruoli di protettore dei commercianti, degli artigiani, degli agricoltori, degli imprenditori e persino degli attori.
Inari può manifestarsi come:
Uomo anziano con la barba lunga
Donna bellissima
Spirito androgino
Volpe bianca (kōmyō no byakko, 光明の白狐)
Questa fluidità rafforza il legame tra Inari e il concetto di trasformazione: chi si rivolge a lui (o lei) lo fa spesso per chiedere un cambiamento nella propria vita – sia materiale che spirituale.

7. Le volpi sacre (kitsune): messaggere, ingannatrici, spiriti
I torii rossi che accompagnano il visitatore fino al mare non sono solo un elemento estetico: conducono nel dominio della kitsune (狐), la volpe sacra di Inari. Queste volpi non sono animali comuni, bensì:
Servitori e messaggeri del kami
Creature dotate di intelligenza soprannaturale
In grado di mutare forma e parlare
Capaci di portare prosperità… o scompiglio
Le statue di kitsune si trovano ovunque nei santuari Inari, spesso raffigurate con una chiave in bocca (per il granaio del riso) o una sfera (hōju), simbolo di potere spirituale.
A Motonosumi Inari non vi sono statue vere e proprie di kitsune visibili lungo il tunnel, ma la loro presenza è fortemente percepita, anche grazie alla leggenda fondativa del luogo.

8. La leggenda del pescatore e la volpe bianca
La fondazione del santuario è legata a una visione avuta da un pescatore locale, che una notte ricevette la visita in sogno di una volpe bianca luminosa, che gli ordinò di costruire un nuovo luogo di culto per Inari presso le scogliere.
L’uomo, spinto da una fede istintiva, obbedì e iniziò a raccogliere fondi e collaborazioni. La comunità accettò il progetto e nacque Motonosumi Inari. Da quel giorno, la pesca nella zona divenne eccezionalmente abbondante, e numerosi miracoli furono attribuiti alla volpe.
Ancora oggi, i pescatori locali fanno offerte al santuario prima di salpare, e molti portano amuleti benedetti da lasciare sulle barche.

9. Il pellegrinaggio moderno: turismo e spiritualità
A partire dal 2010, il santuario è diventato meta di un turismo crescente, in gran parte grazie alla condivisione di fotografie virali su Instagram e su riviste internazionali.
Nel 2015, CNN Travel lo ha incluso tra i 31 luoghi più belli del Giappone, accanto a Fushimi Inari, il Monte Fuji e la foresta di bambù di Arashiyama.

Oggi i visitatori includono:
Pellegrini devoti al culto di Inari
Viaggiatori in cerca di “power spot”
Fotografi e artisti attratti dalla scenografia naturale
Coppie e famiglie in cerca di “buona fortuna”

Nonostante la crescente popolarità, il santuario mantiene un’aura di sacralità. Le autorità locali e i sacerdoti incoraggiano un turismo rispettoso: niente selfie sopra i torii, niente urla o cibo lungo il percorso.

10. Aneddoti e testimonianze
Il desiderio esaudito della studentessa
Una studentessa di Tokyo, nel 2017, lanciò la sua monetina verso l’offertorio in cima al torii e pregò per entrare in una prestigiosa università. Tre mesi dopo, ricevette la lettera d’ammissione. Tornò con la madre a ringraziare, e oggi lavora come insegnante a Nagato.

Una volpe nei pressi del santuario
Nel 2019, un visitatore giapponese affermò di aver visto, durante una giornata nuvolosa, una figura bianca attraversare il sentiero tra i torii, per poi svanire nella vegetazione. Raccontò l’episodio a un monaco del santuario, che gli rispose:
“Non tutti riescono a vederla. Sei stato onorato.”

Matrimoni e promesse
Alcune coppie celebrano piccoli riti simbolici d’amore in cima alla scogliera, recitando voti privati sotto il torii finale. La posizione del santuario, affacciata sull’oceano, simboleggia l’apertura verso l’infinito e la forza dell’unione nel tempo.

Parte III – Spiritualità, significati nascosti, glossario e fonti

11. Un cammino tra terra e mare: significati profondi del santuario
Motonosumi Inari non è solo un luogo iconico o una scenografia perfetta: è, a tutti gli effetti, un percorso spirituale. Il cammino attraverso i 123 torii è una forma di meditazione in movimento.
Un tunnel verso la purificazione
Ogni torii attraversato è come una soglia: con ogni passo, si lascia indietro qualcosa – dubbi, pensieri, pesi. Il tunnel rosso non conduce solo al mare, ma a una versione rinnovata di sé stessi.

La roccia e l’abisso
Arrivati in cima, il paesaggio si apre: mare, vento, scogliere. È il momento della rivelazione. Qui il fedele comprende l’insignificanza dell’ego e la grandezza dell’universo, in perfetta sintonia con il concetto di kami: spiriti non umani, ma profondamente “presenti”.

L’oceano come confine sacro
Lo Shintō riconosce i confini tra i mondi – tra umano e divino – nei luoghi liminali: sorgenti, montagne, mari. Il mare sotto Motonosumi Inari è una porta, uno specchio che riflette ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.

12. La cultura del desiderio e della gratitudine
A differenza di altri luoghi di culto, Motonosumi Inari invita il visitatore a lanciare la sua offerta verso l’alto. Questo gesto, giocoso e simbolico, è carico di significato:
Lanciare una moneta verso il cielo significa affidarsi
Riconoscere che il desiderio è importante, ma anche che non tutto dipende da noi
È un atto di fede, ma anche di umiltà
I biglietti lasciati nel santuario sono spesso preghiere semplici: salute, amore, lavoro, successo. Ma sempre più persone vi tornano non per chiedere, ma per ringraziare, segno che il santuario è divenuto uno spazio di gratitudine, non solo di richiesta.

13. Conclusione: un luogo dove pregare con i piedi nel vento
Motonosumi Inari non è antico come Ise, né grandioso come Fushimi. Eppure, proprio per la sua giovinezza e il suo legame con il mare, è uno dei santuari più evocativi del Giappone.
Qui il sacro si manifesta non in un edificio sontuoso, ma in un percorso tra cielo, mare e vento. La spiritualità non viene imposta, ma suggerita: nel rosso dei torii, nel volo dei gabbiani, nell’invisibile carezza della kitsune.
È un santuario che ti chiede di camminare. Di guardare. Di ascoltare. E, alla fine, di lasciare qualcosa: un pensiero, una moneta, o magari solo un sorriso.

Glossario dei termini giapponesi
Torii (鳥居) – Portale sacro che segna l’ingresso in un’area spirituale.
Inari Ōkami (稲荷大神) – Divinità shintoista della fertilità, del riso e del commercio.
Kitsune (狐) – Volpe sacra, messaggera di Inari; creatura sovrannaturale.
Saisenbako (賽銭箱) – Cassetta per le offerte nei santuari.
Pawa-supotto (パワースポット) – Luogo percepito come ricco di energia spirituale.
Byakko (白狐) – Volpe bianca, considerata incarnazione divina.
Nagato (長門市) – Città costiera della prefettura di Yamaguchi, dove si trova il santuario.
Kami (神) – Spiriti o divinità dello Shintō.
Shintō (神道) – “Via degli dei”, religione autoctona del Giappone.
Fushimi Inari Taisha (伏見稲荷大社) – Santuario principale del culto di Inari, situato a Kyoto.

Bibliografia commentata
Bock, Felicia Gressitt. The Way of the Kami: Shintō and Sacred Space in Japan, Tokyo University Press, 1998
Esamina il concetto di sacralità nei paesaggi naturali giapponesi, utile per comprendere luoghi come Motonosumi.
Motonosumi Inari Shrine – Official Website (Japanese)
Fonte primaria con informazioni storiche, fotografiche e spirituali sul santuario.
Smyers, Karen A., The Fox and the Jewel: Shared and Private Meanings in Contemporary Japanese Inari Worship, University of Hawaii Press, 1999
Studio fondamentale sul culto di Inari e il ruolo delle volpi nella spiritualità quotidiana.
Kuroda Toshio, “Shintō in the History of Japanese Religion”, Journal of Japanese Studies, 1981
Contestualizza la nascita dei santuari Inari nel sistema religioso giapponese.
CNN Travel, “31 Most Beautiful Places in Japan”, 2015
Include Motonosumi Inari tra i luoghi imperdibili del Paese.
Kobayashi Megumi, Power Spots of Japan, 2017
Analizza i luoghi considerati carichi di energia spirituale, tra cui Motonosumi.
Nagato City Tourism Office – Brochure ufficiale del santuario
Materiale informativo distribuito ai visitatori con mappe e spiegazioni in inglese e giapponese.

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