
Storia dei samurai: Il duello tra Miyamoto Musashi e Sasaki Kojiro
Il duello tra Miyamoto Musashi (宮本武蔵) e Sasaki Kojirō (佐々木小次郎) sull’isola di Ganryū-jima (巌流島)
Introduzione
La storia dei samurai (侍) è tramandata da cronache, trattati e racconti popolari che si muovono tra realtà e leggenda. Alcuni eventi, tuttavia, hanno assunto un’aura mitica, come se condensassero in un singolo episodio lo spirito guerriero di un’intera epoca. Tra questi, nessuno è forse più evocativo del duello tra Miyamoto Musashi e Sasaki Kojirō, avvenuto il 13 aprile 1612 sull’isola di Ganryū-jima (巌流島), nello stretto di Kanmon (関門海峡).
Questo scontro, tramandato da fonti coeve ma anche rivisitato da secoli di letteratura e arte, è considerato l’apice della carriera marziale di Musashi, il più celebre spadaccino giapponese, e al tempo stesso un simbolo della filosofia guerriera del Giappone.
Miyamoto Musashi: il guerriero filosofo
Nato nel 1584 nella provincia di Harima (播磨国, oggi Hyōgo), Musashi ebbe un’infanzia segnata dalla perdita dei genitori e dalla precoce esposizione all’arte della spada. Il suo nome d’infanzia era Bennosuke (弁之助), ma fu conosciuto con diversi appellativi: Shinmen Takezō (新免武蔵), legato ai suoi protettori, e infine Niten Dōraku (二天道楽), nome buddhista adottato nella maturità.
Fu un guerriero irrequieto, un rōnin (浪人, samurai senza padrone) che combatté in decine di duelli senza mai essere sconfitto. Le cronache gli attribuiscono oltre 61 vittorie, un primato che contribuì a farne una leggenda vivente.
Oltre che spadaccino, fu artista, pittore, calligrafo, stratega e autore del celebre “Gorin no sho” (五輪書, Il Libro dei cinque anelli), scritto poco prima della sua morte, nel quale sintetizzò la sua filosofia marziale e la sua concezione dell’esistenza. Per questo, la tradizione lo ricorda come kensei (剣聖), il “santo della spada”.
Il primo duello: Arima Kihei
L’episodio che inaugura la sua carriera risale al 1596, quando, tredicenne, sfidò Arima Kihei (有馬喜兵衛), praticante della scuola Kashima Shintō-ryū (鹿島新当流). Il Hyōhō senshi denki (兵法先師伝記) racconta che Musashi affrontò Kihei armato solo di un bastone ferrato, riuscendo a disarmarlo e ucciderlo.
Questo evento, più che un ricordo storico certo, rappresenta la prima apparizione del giovane Musashi nella memoria collettiva: un ragazzo temerario, capace di affrontare avversari esperti con un misto di audacia, forza e intuito strategico.
Sasaki Kojirō: il “Demone delle Province Occidentali”
Sasaki Kojirō (佐々木小次郎), nato intorno al 1575, era maestro di spada e fondatore della scuola Ganryū-ryū (巌流流). Divenne noto per l’uso magistrale della nodachi (野太刀), una spada gigantesca che richiedeva forza e abilità straordinarie.
Il suo colpo distintivo era il tsubame-gaeshi (燕返し, “ritorno della rondine”), una tecnica che imitava il volo dell’uccello: un fendente discendente seguito immediatamente da un colpo ascendente, talmente rapido da sorprendere l’avversario. Questa abilità gli valse il soprannome di “Saigoku no Oni” (西国の鬼), “Demone delle Province Occidentali”.
Lo scontro di Ganryū-jima
Il duello fu fissato per il 13 aprile 1612, alle otto del mattino, l’ora del Drago (辰の刻). Kojirō arrivò puntuale, accompagnato dai suoi discepoli, mentre Musashi si fece attendere. Secondo le fonti, trascorse la mattina con calma, mangiando e dormendo, e si presentò in netto ritardo, forse di ore.
Durante la traversata in barca, Musashi intagliò un remo, ricavandone una lunga bokken (木剣). Questo gesto, apparentemente improvvisato, dimostrava il suo principio fondamentale: saper trasformare ogni circostanza in vantaggio tattico.
Giunto sull’isola, Musashi affrontò un Kojirō già infuriato. Lo scontro fu rapido e decisivo. Kojirō sferrò il suo tsubame-gaeshi con la nodachi, ma Musashi, calcolando la distanza e sfruttando la lunghezza della bokken, lo colpì alla testa con tale forza da ucciderlo all’istante.
La leggenda vuole che la lama di Kojirō recise solo la fascia (鉢巻, hachimaki) di Musashi, che cadde a terra: un simbolo del confine sottile tra vita e morte.
Analisi tecnica: il Niten Ichi-ryū
Il duello di Ganryū-jima non fu solo un confronto fisico, ma il risultato di anni di elaborazione tecnica e filosofica. Musashi aveva fondato il Niten Ichi-ryū (二天一流, “Scuola dei due cieli come uno”), che si distingueva per l’uso simultaneo di due spade: la katana (刀) e la wakizashi (脇差).
Questa innovazione, nota come nitō-ryū (二刀流), permetteva di combinare attacco e difesa, rompendo i ritmi tradizionali del combattimento. Tuttavia, Musashi non era vincolato a schemi rigidi: a Ganryū-jima, infatti, preferì la bokken di legno, adattandosi al contesto.
Come scrive nel Gorin no sho:
“Il vero stratega è colui che non si affida mai a una sola arma o a una sola via. La vittoria nasce dall’adattamento.”
La psicologia del combattimento
Uno degli elementi più discussi è il ritardo strategico di Musashi. Alcuni storici ritengono che fosse una mossa deliberata per far perdere la calma a Kojirō, obbligandolo a combattere in uno stato d’animo alterato.
Il controllo del tempo e dello spazio era, per Musashi, parte integrante della vittoria. Nel Libro dei Cinque Anelli sottolinea:
“Conoscere il tempo significa conoscere il ritmo. Se domini il ritmo, domini la vittoria.”
Duelli celebri a confronto
Il Giappone feudale fu teatro di molti duelli famosi. Tra questi:
Kamiizumi Nobutsuna (上泉信綱, 1508–1577), fondatore della Shinkage-ryū, celebre per aver sconfitto decine di rivali senza mai ucciderli, dimostrando l’etica del controllo.
Tsukahara Bokuden (塚原卜伝), maestro del XVI secolo, che si vantava di praticare la “scuola del combattimento senza spada” (剣術無刀流), vincendo con la sola astuzia.
Yagyū Munenori (柳生宗矩, 1571–1646), consigliere dei Tokugawa, che interpretava la spada come strumento politico oltre che marziale.
Rispetto a questi esempi, il duello di Musashi e Kojirō si distingue per la sua crudezza e per il valore simbolico: la vittoria dell’adattabilità sull’orgoglio.
La ricezione moderna
Il mito del duello ha influenzato profondamente la cultura giapponese e internazionale:
Letteratura: il romanzo Musashi di Yoshikawa Eiji (1935) ha reso immortale la figura del samurai errante.
Manga e anime: Vagabond di Inoue Takehiko (1998–), considerato un capolavoro grafico, ha reimmaginato la vita di Musashi con rigore e poesia; Ishinomori Shōtarō dedicò una sua opera al maestro.
Cinema: il film Samurai I: Musashi Miyamoto (1954), con Mifune Toshirō, vinse l’Oscar come miglior film straniero.
Cultura pop: Musashi compare in videogiochi come Onimusha e Ryū ga Gotoku Kenzan, e persino in Magic: The Gathering, dove una carta celebra la sua tecnica delle due spade.
Aneddoti e curiosità
Musashi fu anche pittore: le sue opere di sumi-e (墨絵, pittura a inchiostro) mostrano un tratto essenziale, simile alla sua concezione della spada.
Dopo il duello, si dice che Musashi non celebrò la vittoria, ma lasciò l’isola in silenzio, consapevole del peso dell’uccisione di un pari.
Kojirō, nonostante la sconfitta, rimase nell’immaginario come un eroe tragico, simbolo della bellezza destinata a soccombere.
Conclusioni
Il duello di Ganryū-jima incarna la quintessenza della filosofia samuraica: coraggio, tecnica, strategia e, soprattutto, la capacità di adattarsi. Musashi seppe trasformare un remo in arma, il tempo in alleato e la calma in strumento di vittoria.
Non fu soltanto la fine di un uomo, Sasaki Kojirō, ma l’inizio di un mito destinato a sopravvivere nei secoli, che ancora oggi ispira marzialisti, artisti e lettori di ogni parte del mondo.
Glossario
Samurai (侍): guerriero feudale giapponese.
Rōnin (浪人): samurai senza padrone.
Kensei (剣聖): “santo della spada”.
Kenjutsu (剣術): arte della spada.
Bokken (木剣): spada di legno.
Nodachi (野太刀): spada lunga oltre 1,5 m.
Tsubame-gaeshi (燕返し): “ritorno della rondine”, tecnica di Kojirō.
Niten Ichi-ryū (二天一流): scuola fondata da Musashi, “due cieli come uno”.
Budō (武道): via marziale.
Gorin no sho (五輪書): “Libro dei cinque anelli”.
Bibliografia commentata
Miyamoto Musashi, Gorin no sho (五輪書) – Testo fondamentale del pensiero strategico giapponese.
William Scott Wilson, The Lone Samurai: The Life of Miyamoto Musashi (2004) – Biografia accurata, basata su fonti tradotte.
Kenji Tokitsu, Miyamoto Musashi: His Life and Writings (2006) – Una delle ricerche più complete sulla vita e sul mito di Musashi.
Eiji Yoshikawa, Musashi (1935) – Romanzo storico che ha plasmato l’immaginario moderno.
Stephen Turnbull, Samurai: The World of the Warrior (2003) – Approfondimento divulgativo sul mondo dei samurai.
Karl F. Friday, Samurai, Warfare and the State in Early Medieval Japan (2004) – Contesto storico delle guerre e del ruolo dei samurai.
Nota metodologica
Questo testo è stato elaborato confrontando fonti primarie (Gorin no sho, Hyōhō senshi denki) e studi accademici contemporanei. Laddove la storiografia non consente certezze assolute, si è distinta la componente leggendaria da quella documentata. La scelta narrativa ha privilegiato una prosa accattivante ma rispettosa della precisione storica, con l’obiettivo di offrire un quadro completo e accessibile a lettori sia specialisti che appassionati.

