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Il racconto di Urashima Tarō è associato alla prefettura di Kaganawa ed è apparso per la prima volta nell’XI secolo. Un giorno un giovane pescatore di nome Urashima Tarō sta pescando quando nota un gruppo di bambini che torturano una piccola tartaruga. Tarō la salva consentendole di tornare al mare. Il giorno successivo, un’enorme tartaruga lo avvicina e gli consegna un messaggio: la piccola tartaruga che aveva salvato è la figlia dell’Imperatore del Mare, il quale vuole vederlo per ringraziarlo. La tartaruga magicamente dota Tarō di branchie e lo accompagna in fondo al mare, al Palazzo del Dio Drago, dove incontra l’imperatore e un’affascinante principessa, che comprende essere la piccola tartaruga che aveva salvato. Tarō resta ospite della principessa, Otohime, per tre anni, ma presto vuole tornare nel suo villaggio e vedere sua madre anziana, quindi chiede il permesso di andarsene. Come ricordo, la principessa gli dona un prezioso scrigno che egli però non dovrà aprire mai. Al ritorno, Tarō scopre che tutto è cambiato. La sua casa non c’è più, sua madre è sparita e le persone che conosceva non si vedono da nessuna parte.
Scopre che sono trascorsi 300 anni dal giorno in cui è partito per il fondo del mare. Triste e desolato si ricorda dello scrigno e lo apre. Una nuvola di fumo bianco lo avvolge e Tarō invecchia improvvisamente, la barba lunga e bianca e la schiena ricurva. Dal mare arriva la voce triste e dolce della principessa: ” Ti avevo detto di non aprire quella scatola: essa conteneva la tua vecchiaia…”.
Si pensa che uno dei luoghi che ha dato i natali alla leggenda sia il santuario di Ryugu, nella prefettura di Kagoshima.
A Urashima Tarō è intitolato anche un santuario a Ine, nella Prefettura di Kyoto.

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