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Jinmu Tennō: Il fondatore leggendario del Giappone (parte 2 di 6)

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Continua il nostro approfondimento sul primo imperatore del Giappone.

Longevità, simboli e culto imperiale di Jinmu

L’età leggendaria e il regno mitico
Secondo le cronache tradizionali come il Kojiki e il Nihon Shoki, l’Imperatore Jinmu visse una vita straordinariamente lunga: tra i 126 e i 137 anni, e regnò per 76 anni circa. Questi numeri non sono intesi come dati storici reali, ma come simboli che riflettono la natura divina e soprannaturale del suo personaggio.
Nella cultura giapponese antica, l’allungamento della vita era un attributo di coloro che erano vicini al mondo celeste, segno della benedizione degli dèi e della loro volontà di mantenere l’ordine cosmico sulla terra. Jinmu, come primo imperatore e antenato divino, incarna questa idea di eternità e continuità del potere imperiale.

Il culto moderno e la festa della Fondazione
Con la Restaurazione Meiji (1868), il mito di Jinmu venne utilizzato come un potente strumento di costruzione dell’identità nazionale giapponese. Il governo Meiji, impegnato a creare un forte senso di unità nazionale e legittimare l’autorità imperiale, istituì nel 1873 la festività del Kigensetsu (紀元節), per celebrare la leggendaria data del 11 febbraio 660 a.C., data tradizionalmente ritenuta quella dell’ascesa al trono di Jinmu.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, questa festività venne abolita e poi reintrodotta nel 1967 con il nome di Kenkoku Kinen no Hi (建国記念の日), ovvero “Festa della Fondazione dello Stato”. Questo giorno è tuttora celebrato in Giappone come ricordo dell’origine mitica dello Stato giapponese.

Monumenti e simboli legati a Jinmu
Nel corso del XIX e XX secolo, diversi monumenti e santuari vennero costruiti per onorare la figura di Jinmu. Il Santuario di Kashihara, situato ai piedi del monte Unebi nella prefettura di Nara, è il luogo tradizionalmente associato alla fondazione della capitale di Jinmu. Qui si svolgono ancora oggi cerimonie e rituali in suo onore.
In occasione del 2600º anniversario della fondazione dell’Impero nel 1940, fu costruita la Peace Tower a Kashihara, un imponente monumento dedicato a Jinmu e alla storia imperiale giapponese. Durante quel periodo, il mito di Jinmu venne ampiamente utilizzato in chiave propagandistica dal governo giapponese, che vedeva in lui un simbolo di unità, continuità e destino nazionale.

Il simbolo del Kinshi: il corvo dorato
Uno degli elementi più iconici del mito di Jinmu è il Kinshi (金鵄), il corvo dorato che, secondo la leggenda, si posò sull’arco di Jinmu durante la battaglia decisiva contro Nagasunehiko, accecando i nemici con il suo riflesso brillante e portando alla vittoria finale.
Questo corvo non è solo un animale mitologico, ma è diventato un simbolo militare e imperiale di grande importanza. Il Kinshi è raffigurato su armature, stendardi e insegne delle forze armate giapponesi durante l’epoca pre-moderna e moderna, incarnando il concetto di protezione divina e vittoria.

Yatagarasu: il corvo a tre zampe guida divina
Un altro importante simbolo legato a Jinmu è il Yatagarasu (八咫烏), il corvo a tre zampe che guidò la spedizione dell’Imperatore verso est, suggerendo di cambiare strategia durante la difficile marcia di conquista. Yatagarasu è ancora oggi un potente simbolo di guida, protezione e buon auspicio.
Nell’era moderna, questo corvo è stato adottato come logo ufficiale della Japan Football Association (JFA), un legame curioso e affascinante tra il mito antico e la cultura sportiva contemporanea giapponese. Questa continuità simbolica mostra quanto i miti antichi influenzino ancora la cultura popolare e l’identità nazionale.

La spada Futsu no Mitama e i doni divini
Durante la traversata e gli ostacoli, Jinmu ricevette dal dio Takemikazuchi la spada sacra Futsu no Mitama, attraverso la mediazione di Takamura, un uomo del luogo. Questo dono è un esempio tipico di “tesoro sacro” che conferisce legittimità e potere al sovrano.
La spada è uno dei tre tesori sacri del Giappone (insieme allo specchio e alla gemma), simboli dell’autorità imperiale. La sua presenza nel mito sottolinea la natura divina del potere e la necessità di possedere oggetti sacri per governare legittimamente.

Il ruolo del culto imperiale oggi
Il mito di Jinmu continua a svolgere un ruolo nel sistema religioso e culturale giapponese. Lo shintō, religione tradizionale giapponese, vede nell’Imperatore una figura sacra, discendente diretta delle divinità.
Anche se il ruolo politico dell’imperatore oggi è puramente cerimoniale, la sua figura rimane un punto di riferimento simbolico e spirituale per il popolo giapponese, in particolare durante eventi pubblici e cerimonie ufficiali.

Aneddoti, curiosità e legami nel presente

Yatagarasu: il corvo sacro che attraversa i secoli
Il corvo a tre zampe, Yatagarasu (八咫烏), che secondo la leggenda guidò l’Imperatore Jinmu nella sua spedizione verso est, rimane uno dei simboli più riconoscibili e usati nel Giappone contemporaneo. Oltre ad essere una figura chiave nel mito di fondazione, Yatagarasu simboleggia guida divina, protezione e intervento celeste nelle vicende umane.
Nel Giappone moderno, questa figura mitologica ha trovato posto in ambiti inaspettati: è il logo ufficiale della Japan Football Association (JFA), usato nelle competizioni internazionali e nazionali per simboleggiare forza, velocità e strategia. Questa scelta rafforza il legame tra passato e presente, unendo il mito antico alla cultura popolare contemporanea, e facendo della leggenda un elemento di orgoglio nazionale.
Yatagarasu è inoltre protagonista di numerose rappresentazioni artistiche, tra cui stampe tradizionali, dipinti e persino tatuaggi. Il suo significato è associato alla fortuna e alla capacità di trovare la giusta direzione anche nei momenti più difficili.

Le danze rituali Kagura e la narrazione mitologica
Le antiche danze rituali chiamate Kagura (神楽) conservano da secoli la memoria di Jinmu e della sua spedizione. Il Kagura è una forma di teatro sacro che combina musica, danza e recitazione per celebrare le divinità e tramandare storie mitologiche.
In alcune versioni di Kagura, specialmente quelle provenienti dalla regione di Hiroshima e dalla prefettura di Nara, si rappresentano episodi tratti dalle gesta di Jinmu, come la discesa dalle montagne di Takachiho o la battaglia contro Nagasunehiko. Questi rituali, risalenti anche al periodo Edo, erano fondamentali per rafforzare il legame tra la comunità e la sacralità del mito imperiale.
Un repertorio storico del 1925 elenca opere dedicate proprio alla figura di Jinmu, dimostrando come la tradizione popolare abbia mantenuto viva la sua leggenda attraverso i secoli, anche in momenti di profondo cambiamento sociale.

Monetazione e simboli nelle medaglie commemorative
Nel 1895, per celebrare la data leggendaria dell’ascesa al trono di Jinmu, furono coniate medaglie commemorative con iscrizioni in caratteri di sigillo cinese che recitavano: 神武天皇即位紀年弍千五百五十五年, ovvero “Anno 2555 dall’ascesa al trono dell’Imperatore Jinmu”.
Queste medaglie, che oggi sono oggetti da collezione, testimoniano l’importanza del mito anche in ambito politico e simbolico durante il periodo Meiji, quando la dinastia imperiale era centrale nella costruzione della moderna identità giapponese. L’uso di calligrafia tradizionale conferiva inoltre un senso di autorità e continuità con il passato culturale cinese e giapponese.

Controversie accademiche e revisioni storiche
Nonostante la forte presenza culturale del mito di Jinmu, già nel XIX secolo emersero voci critiche e revisioniste all’interno del mondo accademico giapponese. Un caso emblematico è quello di Kume Kunitake, un importante storico che nel 1892 fu censurato e silenziato perché criticava l’interpretazione mitologica della fondazione imperiale, proponendo un’analisi più storicistica e meno legata al mito sacro.
Queste controversie riflettono il complesso rapporto tra mito, storia e politica in Giappone. Il mito di Jinmu, pur non avendo riscontri archeologici certi, è stato strumento di legittimazione politica, ideologica e religiosa, specialmente durante l’era Meiji e fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, il dibattito accademico si è ampliato, includendo studi comparativi con miti coreani e cinesi, e un’analisi più critica degli aspetti simbolici e politici della narrazione tradizionale.

Rappresentazioni popolari: romanzi, anime, manga e videogiochi
La figura di Jinmu continua a influenzare la cultura pop giapponese, seppur in maniera indiretta o marginale. Nei romanzi storici e nelle saghe fantasy ambientate nel Giappone antico, Jinmu è spesso evocato come personaggio eroico o mitico, un archetipo di fondatore e guerriero divino.
Nel mondo dei manga e degli anime, la sua presenza è più sottile ma comunque riconoscibile. Serie come Tono to Issho, che parodiano storie antiche e il folklore, inseriscono Jinmu in episodi comici o satirici, spesso ridicolizzandolo o umanizzandolo, andando così a smorzare la sacralità della sua figura e avvicinandolo al pubblico moderno.
Alcuni manga storici affrontano la spedizione verso Yamato e l’importanza dei “tre uccelli sacri”, con rappresentazioni eroiche e sovrannaturali, contribuendo a mantenere viva la leggenda tra le nuove generazioni.
Anche nei videogiochi, specialmente quelli ambientati in epoche preistoriche o storiche, Jinmu compare spesso come “eroe mitico” o guida per il giocatore. Sebbene non sia mai stato protagonista assoluto di titoli mainstream, la sua figura è presente come background narrativo o come personaggio secondario che conferisce missioni o poteri speciali.

Curiosità secondarie e tradizioni locali
• Il Kinshi nell’arte militare: Il corvo dorato, simbolo della vittoria di Jinmu, è stato adottato come emblema da numerose unità militari giapponesi nel corso della storia, comparendo su stendardi, armature e medaglie.
• I primi santuari imperiali: I primi luoghi di culto dedicati a Jinmu furono fondati durante il periodo Meiji, allineandosi con la politica di rafforzamento dello shintō come religione di Stato e la celebrazione dell’imperatore come figura divina.
• I tumuli funerari (Kofun): A Kashihara si trovano tumuli funerari giganteschi, associati simbolicamente a Jinmu, sebbene non vi siano prove certe che si tratti della sua tomba reale. Questi kofun servono come potenti simboli di continuità e radicamento territoriale.
• Festival locali: Nelle regioni mitiche di Takachiho e Kumano, ancora oggi si celebrano festival con falò rituali, che ricordano la leggendaria salita di Jinmu e la fondazione del Giappone. Questi eventi mantengono viva la memoria collettiva e rafforzano l’identità locale.

Analisi critica e confronti mitologici

Il mito di Jinmu come narrazione di legittimazione politica
Il racconto della fondazione imperiale giapponese tramite l’Imperatore Jinmu, discendente diretto della dea del sole Amaterasu, si configura non solo come mito di origine, ma come uno strumento di legittimazione politica e sociale.
L’idea di un’origine divina consente di fondare l’autorità imperiale su una base sacra, inscalfibile, legata a un mandato celeste. Questo concetto è paragonabile al diritto divino dei re in molte altre culture, come in Europa, dove i monarchi si consideravano scelti da Dio.
Dal punto di vista critico, è importante sottolineare che la figura di Jinmu appare per la prima volta nei Kojiki e nel Nihon Shoki, testi compilati nel VII-VIII secolo, in un momento storico in cui lo Stato giapponese stava consolidando la sua identità nazionale e centralizzando il potere. Ciò suggerisce che il mito sia stato in parte costruito o adattato per rafforzare l’autorità imperiale.

Confronto con miti di fondazione di altre culture
Molte culture antiche possiedono miti simili che legittimano dinastie o popoli tramite discendenze divine o interventi soprannaturali:
• Mito romano: Romolo e Remo, fondatori di Roma, sono figli del dio Marte, e la loro storia fonde elementi storici e leggendari per giustificare la nascita della città eterna.
• Mito cinese: L’Imperatore Giallo (Huangdi), considerato progenitore dei cinesi, è anch’egli una figura mitica che stabilisce l’origine della civiltà cinese e la legittimità dell’impero.
• Miti coreani: Nel regno di Silla, leggende simili parlano di fondatori divini o semidivini, come Hyeokgeose, il quale sarebbe nato da un uovo e destinato a unificare la nazione.
Il tema comune è la congiunzione di elementi sovrannaturali con il processo di formazione di uno Stato o di una dinastia, a scopo di legittimazione.

Il simbolismo del corvo a tre zampe (Yatagarasu)
L’animale guida di Jinmu, il corvo a tre zampe Yatagarasu, è ricco di significati simbolici. Nel contesto giapponese, rappresenta la guida divina, la protezione e la saggezza.
Interessante è il parallelo con il simbolo del corvo triforcuto in altre culture:
• In Cina, il corvo a tre zampe è associato al sole e al ciclo del tempo, simboleggiando l’energia solare.
• In Corea, il corvo con tre zampe (Samjoko) ha significati simili, spesso collegato al potere solare e alla sovranità.
Questo suggerisce che il mito di Yatagarasu possa essere parte di un patrimonio culturale condiviso dell’Asia orientale, con scambi e influenze reciproche tra le civiltà.

Il mito e l’identità nazionale: tra storia e ideologia
La narrazione della fondazione giapponese, specialmente durante il periodo Meiji, è stata strumentalizzata per rafforzare un senso di unità nazionale e di superiorità culturale.
La trasformazione dello shintō in religione di Stato, con l’imperatore come figura divina, ha avuto un ruolo cruciale nel creare una ideologia nazionalista che ha guidato la politica interna ed estera fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Da un punto di vista critico, questo ha comportato la repressione di altre credenze e narrazioni storiche alternative, oltre a alimentare una visione esclusivista della storia giapponese.

Le interpretazioni moderne e postmoderne
Oggi, molti studiosi e intellettuali rivedono il mito di Jinmu con un approccio più critico e pluralista:
• Il mito è visto come un racconto simbolico che riflette valori e aspirazioni, più che una cronaca storica.
• Si riconosce il valore culturale del mito come patrimonio immateriale, capace di costruire identità collettive.
• Vi è interesse per le influenze cross-culturali e per il dialogo tra mito e realtà storica.
• Alcuni autori postmoderni usano il mito per esplorare temi di memoria, narrazione e potere.

Conclusione della sezione critica
L’Imperatore Jinmu e il mito della sua fondazione rappresentano dunque un crocevia tra storia, religione e politica, un esempio paradigmatico di come le società umane creino narrazioni per interpretare il loro passato e legittimare il loro presente.
Il confronto con altre culture evidenzia che questo fenomeno è universale, ma che ogni racconto possiede caratteristiche uniche, plasmate dalle condizioni storiche e culturali specifiche.
Il mito di Jinmu resta una fonte preziosa per comprendere il Giappone antico e moderno, le sue trasformazioni e la complessità della sua identità nazionale.

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