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Premessa generale

Se si parla di trucco cinese, si risale molto indietro nel tempo, è infatti a partire dal terzo millennio a.C. che anche in questa parte di mondo le donne si appassionarono alla cosmesi con trucco dai colori accesi ed intensi. 

Addirittura nell’antico Oriente (India, Giappone e Cina, il paese quest’ultimo che tratterò in questo articolo) c’era persino un vero e proprio culto della bellezza femminile ed è proprio alla sua antica cultura che dobbiamo essere debitrici di smalti per capelli e unghie, mascara e molti altri segreti per agghindarsi, ma ne parlerò in un paragrafo successivo specifico.

In questa premessa mi limito a darvi un’informazione generale: si parla di arte, arte che viene insegnata alle bambine sin dalla tenera età, arte che prevede segreti per la cura della pelle e regole per applicare i cosmetici.

I tratti distintivi di questo make-up, che vedremo nel corso dell’articolo, sono molta calce per un bianco incarnato, tintura per sopracciglia a forma di arco e colore della “ciliegia matura” applicato su guance e labbra, ma c’è di molto di più da scoprire.

Altro tratto distintivo e particolare si concentra nell’uso sapiente di pochi prodotti che anche da soli sono in grado di fare la differenza sui volti, ma come ho anticipato vedremo nel dettaglio, ora il paragrafo successivo, un po’ di storia.

Questo articolo è da considerarsi relativamente generalista e panoramica introduttiva, ulteriori approfondimenti verranno esposti in seguito.

Storia

Le donne cinesi sono famose in tutto il mondo per il loro modo particolare di vestirsi e di truccarsi; al di là delle giovani dei tempi moderni, molto orientate a seguire e imitare i diktat del make-up in stile occidentale, si perpetra da sempre, almeno da oltre duemila anni, una lunga tradizione fatta di particolari cure per la bellezza femminile.

Chi di noi infatti non ha mai sentito parlare del rullo di giada per uso cosmetico? Si ritiene che uno dei prodotti per la cura della pelle più popolari nel mondo occidentale abbia avuto origine durante la Dinastia Qing (o Ch’ing, in cinese: 清朝, Qīng cháo 1644-1911). Alcuni hanno persino affermato che l’imperatrice vedova Cixi (慈禧太后, Cíxǐ tàihòu, Tze Hsi; Pechino, 29 novembre 1835 – Pechino, 15 novembre 1908), che governò durante l’ultima parte di questa era, usasse spesso questo strumento per migliorare e preservare il proprio incarnato. Perché la giada? È tradizionalmente nota per le sue proprietà rinfrescanti e decongestionanti.

Il rullo di giada, però, non era certo l’unico strumento per migliorare la bellezza in passato: gli antichi cinesi, infatti, erano soliti creare cosmetici con ingredienti come piante, grassi animali e spezie; l’antica Cina era per lo più una società agricola, dunque a quel tempo i cosmetici erano costituiti maggiormente da oli di natura vegetale e animale, tutto con lavorazione naturale, a cui venivano aggiunte spezie; il processo di produzione includeva l’ebollizione, la fermentazione e la filtrazione.

Ma i trucchi quali erano? Il trucco dell’antichità era costituito da tre elementi fondamentali: sopracciglia, labbra e guance, su base della pelle rigorosamente bianca e su quest’ultima poniamo l’attenzione nel paragrafo successivo, data la sua importanza tradizionalistica.

Standard di bellezza: Pelle Bianca

La prima caratteristica che suscita attenzione ed è un distintivo particolare dell’Estremo Oriente, in questo caso delle donne cinesi, da sempre, è la chiarezza del volto, anche prima della combinazione degli standard di bellezza eurocentrici promossi dal colonialismo.

La pelle bianca è sempre stata favorita perché qui dee e Buddha erano spesso raffigurati in bianco nell’arte, nella letteratura e in altre forme visive; inoltre hanno anche un antico proverbio che recita “la pelle bianca può aiutare a nascondere cento difetti nel tuo aspetto”. Lo sbiancamento dei volti era una pratica persino anteriore al periodo Qin (cinese: 秦朝; pinyin: Qín Cháo; 221-206 a.C.) ed era motivo di orgoglio culturale; si credeva che il viso sbiancato non solo nascondesse i difetti della pelle, ma migliorasse anche la simmetria, soprattutto in contrasto con ciglia e capelli corvini, si pensava anche che una base di trucco bianca eliminasse le rughe e promuovesse giovinezza e bellezza. Esistono persino resoconti storici e archeologici di donne che ingoiavano perle nella speranza che il loro incarnato diventasse bianco.

Anche se questo ideale con relativa pratica esisteva già da molto prima del colonialismo, nell’era successiva, quella del post-colonialismo, non subì modifiche: è vero che si ampliò e si introdusse l’influenza occidentale nel trucco e nella moda, ma queste ‘novità’ non hanno minimamente scalfito il diktat, anzi hanno ulteriormente promosso standard di bellezza incentrati sulla pelle bianca e pallida. In dettaglio, in Cina, quando aprirono i porti al resto del mondo, l’influenza del trucco, dell’abbigliamento e degli accessori occidentali, inondarono le città portuali negli anni ’30 del ‘900, e le donne adottarono rapidamente la moda occidentale sotto forma di pellicce, tacchi alti e tagli di capelli a caschetto. Tuttavia, quest’influenza ha avuto dei detrattori e non è stata ben accolta, poiché lo Stato ha imposto politiche anti-straniere e anti-consumatori, al fine di proteggere la propria cultura.

Dopo l’invasione giapponese e l’impatto del secondo conflitto mondiale, fu istituito il governo comunista, che portò, tra le altre proprie caratteristiche, anche a una diminuzione degli ideali consumistici e occidentali fino agli anni ’70. Dopo gli anni ’70 il consumismo è esploso in Cina e ciò ha portato ad un’effettiva e rapida espansione dell’influenza occidentale nel trucco, pur non rinunciando completamente ai loro canoni estetici, tanto è che oggigiorno, ancora più che mai, la preferenza per la pelle chiara è stata rafforzata dai media. Infatti passeggiando per le principali città, si passa davanti a cartelloni pubblicitari che pubblicizzano lozioni e creme schiarenti per la pelle che possono essere applicate su tutto il corpo. 

L’articolo è lungo, nel prossimo appuntamento analizzeremo i punti del make-up, nonché suoi elementi fondamentali: pelle, sopracciglia, labbra e guance e altri importanti dettagli.

Samantha Sisto

Photo Credits:

https://www.profumeriaweb.com/magazine/ginnastica-facciale-rullo-giada;

https://www.storicang.it/a/cixi-da-concubina-a-imperatrice-della-cina_14893;

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https://dream.ai/create

Info credits:

https://www.sardegnareporter.it/2020/04/bellezza-e-cosmesi-nella-storia-le-civilta-orientali/299947/

https://www.ceceditore.com/la-bellezza-nel-tempo/;

https://ichi.pro/it/la-storia-degli-standard-di-bellezza-della-pelle-bianca-in-asia-210606932099434;

https://www.tentazionemakeup.it/2011/09/la-storia-del-make-up-il-trucco-in-cina/;

https://blog.cliomakeup.com/2014/07/perche-le-asiatiche-sono-piu-brave-di-noi-a-truccarsi-o-almeno-cosi-sembra/;

https://cinainitalia.com/2021/12/22/storia-del-make-up-nellantica-cina/;

https://www.appuntisulblog.it/storia-del-make-up-viaggio-nel-tempo/ 

 

 

 

 

 

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