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“Lo Zen e il Tiro con l’arco” di Eugen Herrigel, edito da Adelphi nel lontano 1975, non è una lettura spropositatamente lunga, anzi è il contrario, ma proprio per questo è pregna e densa di significato e insegnamenti dall’inizio alla fine.

Come trama è piuttosto “semplice”, racconta del tentativo del professore tedesco di filosofia Herrigel, impiegato come docente aggiunto all’università di Sendai (仙台市), di imparare il kyudo (弓道), ovvero la tecnica di tiro con l’arco giapponese.
Ottenuta attraverso influenti amicizie, l’onorevole possibilità di poter prendere lezioni (all’epoca privilegio non così immediato per un gaijin 外人, uno straniero), inizia così un percorso, non solo volto all’apprendimento, ma un modo per aprirsi ad un mondo nuovo, appena conosciuto, ad una mentalità non facile da assorbire, un percorso complicato quanto esaltante, fatto di errori e sbagli ma che infine lo porterà a compiere profonde riflessioni sulla vita e su se stesso.

Più in dettaglio viene esaminato il rapporto tra maestro e allievo; legame dualistico questo, sentito in tutte le discipline e che prevede che il maestro prenda, in maniera figurata “sulle spalle”, facendosene quindi carico, il proprio allievo accudendolo e insegnandoli con attenzione e talvolta rigidità la disciplina e pretendendo, da parte dell’allievo, in cambio una devozione totalitaria e un’obbedienza assoluta.
Infatti, nella fase iniziale, l’allievo non ha né le capacità né le basi per poter discutere o contestare il maestro o addirittura mettere in discussione le regole, ma deve solo limitarsi ad assorbire come una spugna tutte le nozioni, con obbedienza cieca; questo perché, a volte gli insegnamenti sono quasi velati più che diretti o esplicitati a parole, le nozioni vengono trasmesse ma l’allievo deve avere la capacità di saper “rubare con gli occhi”, dato che fondamentale in questa disciplina è l’osservazione e l’esatta ripetizione dei movimenti, compresa la respirazione.
Non è ammessa né la propria interpretazione, inventiva o “facili scappatoie”, come dimostra un episodio del racconto dove il professore pensava di agevolare il tiro impugnando l’arco in modo diverso e il maestro lo ha redarguito chiudendosi nel silenzio più assoluto perché non è così che gli aveva insegnato.

Al di là del puro aspetto tecnico della disciplina, ciò che permea tutto lo scritto è afferrare i concetti cardine dello zen, attraverso la ripetizione continua dell’esercizio: difatti la disciplina sportiva è solo un mezzo per raggiungere il pieno controllo di se stessi; non ha alcuna importanza che la freccia centri il bersaglio, perché il “progetto”, l’intenzione, il “disegno” dei gesti meccanici va oltre il risultato rappresentato dal bersaglio.
Per raggiungere il “vero” scopo dell’arte, gli autentici risultati, l’allievo deve abbandonare se stesso: le proprie convinzioni, i propri pregiudizi, i propri punti di forza e quelli di debolezza, tutte zavorre che lo allontanano dall’obiettivo finale.
Non è certo cosa facile liberarsi da anni di nozioni, di convinzioni, di teorie e di studi per creare il vuoto dentro se stessi, soprattutto per noi occidentali e per le abitudini che abbiamo culturalmente ed educativamente acquisito, tuttavia è ‘unica via, o se preferite modo, per comprendere lo zen.
“Soltanto abbandonando l’idea di centrare il bersaglio, si riuscirà nell’intento”, lo zen è proprio questo: è una via, uno stato mentale e spirituale, è coscienza, consapevolezza, è l’espressione “qui e ora”, e questo per la cultura asiatica, soprattutto l’ultima accezione, è una definizione chiara, esplicativa e a cui tengono particolarmente.

In breve di cosa parla “Lo Zen e il Tiro con l’arco”?
Parla di un bellissimo percorso di un occidentale che inizialmente si scontra con le difficoltà di una cultura così lontana dalla sua, aspetto abbastanza comune per qualsiasi occidentale, ma che imparerà ad apprezzare e portarsi dentro degli aspetti di essa, migliorando se stesso e il mondo a lui tutt’intorno.

Anche se il libro è piuttosto datato, ne consiglio la lettura a tutti coloro che amano la cultura orientale e desiderano approfondire, inoltre è caldamente consigliato a chi vuole mettersi alla prova, liberarsi dalle etichette imposte, levandole per raggiungere una nuova coscienza e consapevolezza di se stessi e di quello che li circonda, insomma è un libro che può essere considerato motivazionale e utile per questo.

Per approfondire dei passaggi del testo: https://www.ilkaizen.com/lo-zen-e-il-tiro-con-larco-recensione/

Photo credits:

https://www.thestreetrover.it/due-parole-su-lo-zen-e-il-tiro-con-larco-di-eugen-herrigel/

https://quotesgram.com/eugen-herrigel-quotes/

Sisto Samantha

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