Storia dei Samurai

Sanada Nobushige (Yukimura): il “Demone Cremisi della Guerra”

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Un samurai tra storia, leggenda e memoria

Introduzione

Sanada Nobushige (真田 信繁, 1567 – 1615), più noto alla tradizione postuma come Sanada Yukimura (真田 幸村), occupa un posto d’onore nell’immaginario collettivo giapponese come uno dei più grandi eroi del periodo Sengoku (戦国時代, 1467–1603). Guerriero valoroso, abile stratega e protagonista dell’ultimo grande conflitto della sua epoca, l’assedio di Osaka (大阪の陣, Ōsaka no Jin), fu celebrato sia dai contemporanei sia dai posteri come un “eroe che appare solo una volta in cent’anni” (百年に一度の英雄, hyakunen ni ichido no eiyū).

Tuttavia, la figura di Sanada si colloca a metà strada tra storia e leggenda: i documenti coevi lo conoscono soprattutto come Nobushige, mentre il nome “Yukimura” appare solo nel periodo Edo (江戸時代, 1603–1868), alimentato da racconti popolari, letteratura kabuki e, in tempi moderni, manga e anime.

Il presente saggio intende ricostruire in chiave storica e critica la vita, le imprese e la fortuna postuma di Sanada Nobushige/Yukimura, distinguendo il dato documentale dalle leggende, senza tralasciare il fascino che il personaggio ha esercitato sulla cultura giapponese.

Origini e famiglia

Sanada Nobushige nacque nel 1567, secondogenito di Sanada Masayuki (真田 昌幸, 1547–1611), daimyō della provincia di Shinano (信濃国, oggi Nagano) e abile politico che seppe muoversi tra le grandi potenze del tempo, oscillando tra l’alleanza con Takeda, Tokugawa e Toyotomi a seconda delle convenienze.

La famiglia Sanada apparteneva a un ramo minore di guerrieri, non tra i più potenti, ma si distinse per l’abilità strategica e la resilienza. Nobushige crebbe dunque in un contesto segnato da alleanze mutevoli e da una costante lotta per la sopravvivenza politica e militare.

Il nome Nobushige (信繁) gli fu dato in onore di Takeda Nobushige (武田 信繁, 1525–1561), fratello minore del grande Takeda Shingen (武田 信玄, 1521–1573). Questa scelta non fu casuale: Nobushige di Takeda era ricordato come un guerriero leale e coraggioso, caduto in battaglia durante la quarta guerra di Kawanakajima. Portare il suo nome rappresentava un augurio e un vincolo simbolico con la tradizione militare dei Takeda, a cui i Sanada erano stati legati.

Oltre al nome personale, Nobushige fu conosciuto in gioventù con il nome di Ben-maru (弁丸), come era consuetudine per i figli dei samurai prima del genpuku (元服, cerimonia di maggiore età). In seguito assunse anche titoli ufficiali come Saemon-no-suke (左衛門佐).

Alleanze e primi anni di carriera

Gli anni giovanili di Nobushige furono dominati dall’instabilità politica. Dopo la caduta del clan Takeda nel 1582, i Sanada si trovarono al centro di una complessa rete di alleanze. Masayuki oscillò tra Oda Nobunaga (織田 信長, 1534–1582), Tokugawa Ieyasu (徳川 家康, 1543–1616) e Uesugi Kagekatsu (上杉 景勝, 1556–1623), dimostrando grande abilità diplomatica.

Un episodio chiave avvenne nel 1585, quando i Sanada sconfissero le truppe Tokugawa nella battaglia di Ueda (第一次上田合戦, Dai-ichi Ueda Gassen). Con soli 2.000 uomini, Masayuki e i figli resistettero a un esercito di oltre 7.000 soldati Tokugawa, infliggendo gravi perdite e consolidando la fama militare della casata. Nobushige si distinse in quell’occasione per coraggio e capacità di comando.

Dopo la morte di Oda Nobunaga (1582), il nuovo dominatore della scena fu Toyotomi Hideyoshi (豊臣 秀吉, 1537–1598), con cui i Sanada entrarono in rapporti più stabili. Nobushige sposò Akihime (竹林院, Chikurin-in), figlia del daimyō Ōtani Yoshitsugu (大谷 吉継, 1558–1600) e figlia adottiva di Hideyoshi. Questo matrimonio rafforzò il legame con il clan Toyotomi e collocò Nobushige nel cuore della politica nazionale.

La battaglia di Sekigahara e l’esilio

Il 1600 segnò un punto di svolta. Alla morte di Hideyoshi, il Giappone precipitò nello scontro tra i fautori della continuazione del potere Toyotomi e i sostenitori di Tokugawa Ieyasu.

Nobushige e il padre Masayuki si schierarono con l’armata occidentale (Ishida Mitsunari 石田 三成, 1560–1600), mentre il fratello maggiore Sanada Nobuyuki (真田 信之, 1566–1658) sostenne Tokugawa. Questa divisione interna alla famiglia rifletteva una strategia di sopravvivenza: qualunque fosse l’esito della battaglia di Sekigahara (関ヶ原の戦い, 1600), i Sanada avrebbero mantenuto almeno un ramo protetto.

Dopo la sconfitta dell’armata occidentale, Masayuki e Nobushige furono confinati nel piccolo dominio di Kudoyama (九度山, nell’attuale Wakayama). Qui trascorsero quindici anni di esilio forzato, in condizioni difficili ma senza mai abbandonare l’ideale di lealtà ai Toyotomi.

Secondo fonti del periodo Edo, fu in questo esilio che nacque la leggenda dei “Dieci Eroi di Sanada” (真田十勇士, Sanada Jūyūshi), un gruppo di ninja e guerrieri fedeli che avrebbero affiancato Nobushige nelle sue future battaglie. Sebbene di fantasia, questa tradizione alimentò l’aura eroica del samurai.

L’assedio d’Inverno di Osaka (1614)

Dopo quindici anni di esilio, nel 1614 Sanada Nobushige vide l’occasione di rientrare sulla scena politica e militare. Toyotomi Hideyori (豊臣 秀頼, 1593–1615), figlio di Hideyoshi, era ormai adulto e rappresentava l’ultimo baluardo della dinastia Toyotomi contro il dominio Tokugawa. Intorno a lui si raccolsero numerosi samurai scontenti, tra cui lo stesso Nobushige, che lasciò Kudoyama rompendo l’esilio e marciando verso Osaka.

L’assedio d’inverno (大阪冬の陣, Ōsaka Fuyu no Jin) fu un confronto epocale. Nobushige assunse il comando della difesa meridionale e progettò la costruzione del famoso Sanada-maru (真田丸), una fortificazione semicircolare avanzata sul lato sud del castello. Questa struttura, ben posizionata e difesa da artiglieria e archibugi, si rivelò un capolavoro tattico: i 7.000 uomini di Nobushige riuscirono a respingere più volte gli assalti di decine di migliaia di soldati Tokugawa.

Un aneddoto racconta che lo stesso Tokugawa Ieyasu, osservando la resistenza, avrebbe commentato con ammirazione:
«Sanada è davvero un uomo temibile; con diecimila uomini, avrebbe potuto conquistare il Giappone»
(真田は恐ろしき者なり、万の兵あらば天下を取るべし).

L’inverno del 1614 si concluse con un accordo di pace mediato, ma in realtà precario: il fossato esterno del castello di Osaka venne riempito come condizione, indebolendo così la futura difesa.

L’assedio d’Estate di Osaka (1615)

L’anno successivo Tokugawa Ieyasu decise di porre definitivamente fine alla minaccia Toyotomi. Nell’estate del 1615 iniziò la seconda fase dell’assedio (大阪夏の陣, Ōsaka Natsu no Jin).

Nobushige guidò personalmente numerose sortite, guadagnandosi il soprannome di “Aka Oni” (赤鬼, Demone Rosso) o “Akazonae” (赤備え, Armatura Cremisi) per via della sua armatura rossa fiammeggiante e delle bandiere scarlatte che guidavano i suoi uomini. Il colore cremisi non era casuale: richiamava la tradizione militare dei Takeda, da cui i Sanada provenivano, e simboleggiava il coraggio e la determinazione fino alla morte.

Durante la battaglia di Tennōji (天王寺・岡山の戦い, 7 giugno 1615), Nobushige si lanciò in un’offensiva audace che mise in seria difficoltà le armate Tokugawa. Secondo alcune cronache, arrivò persino a minacciare il quartier generale di Ieyasu, costringendo lo shōgun a fuggire temporaneamente dal campo.

Fu in questo frangente che si colloca l’episodio più celebre: esausto e ferito, Sanada avrebbe esclamato a un ufficiale nemico:
«我こそは真田左衛門佐信繁なり。敵ながら汝に劣らぬ者なり。されども疲れ果ててこれ以上戦えぬ»
(“Io sono Sanada Nobushige, Saemon-no-suke. Sono tuo pari, se non superiore; ma sono ormai esausto e non posso più combattere”).

Si lasciò così uccidere, preferendo la morte eroica alla cattura. Altri resoconti sostengono invece che cadde combattendo fino all’ultimo respiro, vittima della sproporzione numerica.

La morte e il mito

La morte di Nobushige segnò la fine della casata Toyotomi: poche settimane dopo, Hideyori si suicidò e il castello di Osaka cadde in mano Tokugawa. Per il nuovo shogunato, la figura di Sanada rappresentava il simbolo della resistenza più ostinata, e per questo fu in parte demonizzata, in parte ammirata.

La sua tomba, situata nel tempio Dairin-ji (大林寺) a Osaka, è ancora oggi meta di pellegrinaggio e di rispetto. Le cronache Tokugawa lo descrissero come un nemico degno, mentre la tradizione popolare ne fece un eroe romantico, fedele fino alla morte.

Nobushige o Yukimura?

Un aspetto importante è la questione del nome. Come sottolineano gli storici, Nobushige non fu mai chiamato Yukimura dai contemporanei. Questo appellativo appare per la prima volta nel periodo Edo, in testi di narrativa come il Sanada Taiheiki (真田太平記) e in drammi kabuki. “Yukimura” divenne presto il nome più diffuso, tanto che oggi è più conosciuto così che con il suo vero nome.

L’uso di Yukimura riflette la tendenza del periodo Edo a trasformare figure storiche in archetipi eroici, esaltandone la lealtà e il sacrificio. In un Giappone ormai pacificato, le storie dei samurai caduti assumevano una funzione pedagogica e di intrattenimento.

I Dieci Eroi di Sanada (Sanada Jūyūshi 真田十勇士)

Uno degli aspetti più affascinanti della fortuna postuma di Yukimura è la leggenda dei suoi dieci compagni d’arme. Si tratta di un’invenzione letteraria del periodo Edo, senza fondamento storico, ma che contribuì in maniera decisiva alla costruzione del mito. I dieci eroi sono:

Sarutobi Sasuke (猿飛佐助) – il ninja acrobata, maestro dell’agilità e del combattimento nella foresta.

Kirigakure Saizō (霧隠才蔵) – il guerriero che si muove tra le nebbie, simbolo di furtività.

Miyoshi Seikai (三好清海入道) – monaco guerriero, fratello di Miyoshi Isa.

Miyoshi Isa (三好伊三入道) – anch’egli monaco guerriero, noto per la forza fisica.

Anayama Kosuke (穴山小助) – spadaccino fedele, dotato di grande lealtà.

Unno Rokurō (海野六郎) – abile stratega, legato da vincoli di sangue ai Sanada.

Kakei Jūzō (筧十蔵) – maestro dell’arco e della precisione.

Nezu Jinpachi (根津甚八) – guerriero selvaggio, rappresentato come forza della natura.

Mochizuki Rokurō (望月六郎) – talvolta descritto come illusionista o praticante di arti esoteriche.

Yuri Kamanosuke (由利鎌之助) – combattente temibile con la naginata.

Queste figure, nate come personaggi di narrativa popolare, diventarono icone del kabuki, del bunraku e in epoca moderna di manga, anime e videogiochi. In loro si riflette l’immagine di Yukimura come capo carismatico, circondato da una cerchia di guerrieri straordinari, modello di lealtà e sacrificio.

L’eredità culturale

La memoria di Sanada Yukimura non si limita alla storiografia, ma permea la cultura giapponese in diversi ambiti:

Letteratura e teatro: il kabuki e il jōruri del periodo Edo lo trasformarono in un archetipo di coraggio e lealtà.

Manga e anime: personaggi ispirati a lui compaiono in serie come Samurai Warriors (Sengoku Musou 戦国無双) e Brave 10.

Turismo storico: il castello di Ueda, il luogo dell’esilio a Kudoyama e il sito della battaglia di Osaka sono oggi mete turistiche legate al suo mito.

Folklore locale: a Shinano e a Wakayama esistono numerose feste e rievocazioni in suo onore.

Famiglia e discendenza

Sanada Nobushige (真田 信繁, 1567–1615), figlio secondogenito del daimyō Sanada Masayuki (真田 昌幸, 1547–1611) e di Kanshō-in (菅笠院, 1549?–1613), proveniva da una famiglia numerosa e ramificata. I suoi fratelli e sorelle comprendevano:

Sanada Nobuyuki (真田 信之, 1566–1658), primogenito, che sostenne Tokugawa Ieyasu garantendo la sopravvivenza del clan.

Sanada Nobukatsu (真田 信勝), fratello cadetto.

Sanada Masachika (真田 昌親).

Muramatsu-dono (村松殿), sorella andata in sposa al clan Ueda.

Questa divisione tra i fratelli, con Nobuyuki dalla parte Tokugawa e Nobushige fedele ai Toyotomi, riflette la strategia familiare per assicurare la continuità del casato, qualunque fosse l’esito delle guerre civili.

Moglie e alleanze matrimoniali

Nobushige sposò Chikurin-in (竹林院, anche nota come Akihime 秋姫), figlia del daimyō Ōtani Yoshitsugu (大谷 吉継, 1558–1600) e figlia adottiva di Toyotomi Hideyoshi (豊臣 秀吉). Questo matrimonio rafforzò ulteriormente i legami politici con i Toyotomi e consolidò la posizione dei Sanada.

Figli e figlie

La discendenza di Nobushige fu numerosa e in gran parte segnata dalle tragedie dell’assedio di Osaka, ma anche da vicende di sopravvivenza che intrecciarono il destino dei Sanada con altri clan:

Sue/Kiku (菊): figlia maggiore, adottata da Hotta Sakubei dopo la morte della madre.

Ichi (市): seconda figlia, morta in giovane età durante l’esilio a Kudoyama.

Sanada Daisuke (真田 大助, anche Sanada Yukimasa 幸昌, ca. 1600–1615): primogenito maschio, combatté eroicamente al fianco del padre nella difesa del Sanada-maru. Alla caduta di Osaka, compì seppuku insieme a Toyotomi Hideyori.

Oume (阿梅, 1604–1681): figlia nata in esilio a Kudoyama. Dopo la caduta di Osaka sposò Katakura Shigenaga (片倉 重長, 1585–1659), figlio di Katakura Kagetsuna, vassallo dei Date. Grazie a Oume, molti membri sopravvissuti del clan Sanada trovarono rifugio presso i Katakura, tanto che lo stemma di quest’ultimo clan venne modificato per includere le sei monete dei Sanada (六文銭, rokumonsen).

Akuri (あくり): figlia, adottata dal vassallo Tokugawa Takigawa Kazuatsu; sposò Gamō Genzaemon.

Oshobu (阿菖蒲, †1635): sposò Tamura Sadahiro, vassallo di Date Masamune.

Okane (おかね): sposò Ishikawa Sadakiyo (più tardi monaco con il nome Sōrin), trasferitosi a Kyoto come maestro del tè. Insieme a lui, la madre Chikurin-in costruì un memoriale per Yukimura.

Sanada Daihachi (真田 大八, 1612–1670): secondo figlio, adottato dai Katakura con il nome Katakura Morinobu (片倉 守信). In seguito i suoi discendenti ripresero il cognome Sanada, assicurando continuità alla stirpe.

Miyoshi Yukinobu (三好 幸信, 1615–1667): nato due mesi dopo la morte del padre, da madre appartenente a un ramo Toyotomi. Servì nella provincia di Dewa.

Sanada Yukichika (真田 之親, o Sanada Gonzaemon 真田 権左衛門): figura attestata solo in tradizioni popolari, non confermata da fonti documentali.

Questa genealogia testimonia come la discendenza di Yukimura non si estinse con la sua morte, ma si innestò in altri clan (Katakura, Date, Ishikawa), permettendo al nome Sanada di sopravvivere anche dopo la disfatta militare.

Conclusioni

Sanada Nobushige, noto come Yukimura, rappresenta una delle figure più affascinanti del Giappone premoderno. Guerriero di frontiera, figlio di un daimyō abile e controverso, fedele ai Toyotomi fino alla fine, egli unisce in sé i tratti del samurai storico e dell’eroe leggendario.

Se la storiografia ci restituisce un combattente valoroso ma sconfitto, la memoria popolare lo ha trasformato in un simbolo di lealtà e sacrificio, capace di ispirare generazioni ben oltre la sua epoca. La sua figura, sospesa tra storia e mito, testimonia come il Giappone Edo abbia reinterpretato il proprio passato per costruire modelli morali ed eroici.

Glossario

Sengoku jidai (戦国時代): “Periodo degli Stati belligeranti”, epoca di guerre civili in Giappone (1467–1603).

Daimyō (大名): signori feudali giapponesi.

Genpuku (元服): cerimonia di maggiore età per i giovani samurai.

Sanada-maru (真田丸): fortificazione costruita da Sanada durante l’assedio di Osaka.

Sanada Jūyūshi (真田十勇士): “Dieci Eroi di Sanada”, gruppo leggendario di guerrieri e ninja.

Aka Oni (赤鬼): “Demone Rosso”, soprannome di Nobushige.

Akazonae (赤備え): armatura cremisi in stile Takeda.

Bibliografia commentata

Sadler, A.L. – The Life of Tokugawa Ieyasu (1937): fonte occidentale classica che cita l’episodio della morte di Sanada.

Turnbull, Stephen – Samurai: The World of the Warrior (2003): analisi moderna della cultura dei samurai, con capitoli dedicati a Yukimura.

Elison, George & Smith, Bardwell – Warlords, Artists, & Commoners: Japan in the Sixteenth Century (1981): contesto storico-sociale del periodo Sengoku.

Ogasawara, Nobuo – Sanada Yukimura no Subete (真田幸村のすべて): studio giapponese sulla figura storica e leggendaria di Nobushige/Yukimura.

Mary Elizabeth Berry – Hideyoshi (1982): biografia di Hideyoshi con riferimenti alla famiglia Sanada.

Mikio Horiuchi – Ōsaka no Jin (大阪の陣): ricostruzione accademica delle campagne di Osaka.

Nota metodologica

Questo saggio è stato redatto utilizzando fonti primarie (cronache coeve, tra cui il Tokugawa Jikki 徳川実紀 e resoconti di missionari europei) e fonti secondarie accreditate della storiografia giapponese e occidentale. Laddove la tradizione popolare (es. i Dieci Eroi di Sanada) ha fornito elementi leggendari, questi sono stati distinti chiaramente dal dato storico. L’obiettivo è stato coniugare rigore accademico e accessibilità divulgativa, restituendo al lettore un quadro completo della figura di Sanada Nobushige/Yukimura.

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