
La Battaglia di Nagashino
La Battaglia di Nagashino (長篠の戦い), combattuta il 28 giugno 1575 presso il castello di Nagashino nella pianura di Shidaragahara, rappresenta uno degli scontri più emblematici del periodo Sengoku giapponese, segnando un punto di svolta nell’evoluzione tattica del combattimento feudale nipponico. Lo scontro vide contrapporsi le forze alleate di Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu contro il temutissimo clan Takeda, guidato da Takeda Katsuyori. Sebbene la battaglia sia spesso ricordata per l’uso pionieristico delle armi da fuoco, la sua portata storica è ben più ampia e stratificata.
Contesto storico e cause scatenanti
Il Giappone del XVI secolo era frammentato in decine di stati feudali in guerra. Dopo la morte del leggendario Takeda Shingen nel 1573, suo figlio Katsuyori assunse la guida del clan. Ambizioso ma privo del genio tattico del padre, Katsuyori cercò di consolidare e espandere i territori del clan. Il castello di Nagashino, appartenente agli alleati dei Tokugawa, rappresentava una chiave strategica: catturarlo avrebbe aperto la strada per la conquista del territorio Mikawa e del cuore dell’alleanza Oda-Tokugawa.
Le fazioni in campo
Oda Nobunaga, signore ambizioso e innovatore militare, portò in campo circa 30.000 uomini, tra cui 3.000 archibugieri divisi in tre linee di fuoco alternate.
Tokugawa Ieyasu, suo alleato e futuro fondatore dello shogunato Tokugawa, contribuì con circa 8.000 soldati, difendendo la posizione strategica del castello.
Takeda Katsuyori, comandante dell’esercito d’invasione, schierò circa 15.000 uomini, tra cui la leggendaria cavalleria Takeda, famosa per le cariche impetuose e la disciplina militare.
Fasi della battaglia
1. Assedio iniziale al Castello di Nagashino: Le truppe Takeda tentarono di conquistare il castello assediandolo per diversi giorni. Il castello, però, resse grazie all’arrivo imminente dei rinforzi Oda-Tokugawa.
2. La difesa trincerata e l’uso degli archibugi: Nobunaga, ben consapevole dell’efficacia della cavalleria Takeda, ordinò la costruzione di una palizzata di legno che proteggesse le truppe armate di archibugi. Al contrario della leggenda che narra di una “pioggia di fuoco continua”, i soldati sparavano in rotazione per garantire un fuoco costante ma controllato.
3. Cariche ripetute e disfatta Takeda: Katsuyori ordinò più ondate di attacchi frontali, ma le sue forze furono decimate dal fuoco incrociato. La cavalleria, fiore all’occhiello del clan Takeda, perse efficacia davanti alla modernizzazione tattica dell’avversario.
Aneddoti e curiosità
La “strategia della palizzata” di Nobunaga fu ispirata dalle tecniche difensive europee, apprese forse tramite contatti con missionari portoghesi.
Il ruolo del meteo fu determinante: una pioggia leggera durante la battaglia contribuì a evitare che la polvere da sparo si bagnasse, garantendo l’efficacia degli archibugi.
L’eroismo di Torii Suneemon, un samurai fedele ai Tokugawa, divenne leggendario. Catturato mentre cercava rinforzi, fu crocifisso davanti alle mura del castello. Prima di morire, gridò che gli aiuti stavano arrivando, sollevando il morale dei difensori.
Conseguenze storiche
Fine dell’egemonia Takeda: La sconfitta a Nagashino segnò l’inizio del declino del clan Takeda. Katsuyori perse prestigio e supporto, venendo infine sconfitto definitivamente nel 1582.
Rafforzamento dell’alleanza Oda-Tokugawa: La vittoria consolidò il potere di Nobunaga e spianò la strada all’ascesa di Ieyasu, futuro shōgun.
Rivoluzione bellica: Nagashino sancì il tramonto della cavalleria come forza dominante nel campo di battaglia giapponese, favorendo l’introduzione sistematica delle armi da fuoco.
Perdite nella Battaglia di Nagashino
Fazione caduti stimati: Percentuale di perdite Note storiche
Clan Takeda forza iniziale stimata: 15.000 – caduti stimati: 8.000/10.000
La cavalleria subì il colpo peggiore, molte unità d’élite vennero annientate.
Alleanza Oda-Tokugawa forza iniziale stimata: 38.000 – caduti stimati: 1.000/2.000
Perdite minime grazie alla difesa trincerata e agli archibugi.
Nagashino fu una delle battaglie più letali del periodo Sengoku.
Osservazioni storiche
Le fonti coeve variano nei numeri, ma tutti concordano su un bilancio estremamente pesante per il clan Takeda.
La carneficina fu tale che i campi di Shidaragahara restarono coperti di cadaveri per giorni, secondo cronache del tempo.
Tra i caduti celebri: Baba Nobuharu, uno dei generali più esperti dei Takeda, ucciso nel tentativo di penetrare le linee Oda.
Conclusione
La Battaglia di Nagashino fu molto più di uno scontro armato: fu un segnale della trasformazione dell’arte della guerra in Giappone. Simbolo di rottura con la tradizione, dimostrò l’importanza della pianificazione strategica, della tecnologia e dell’adattamento al cambiamento. Il suo ricordo sopravvive non solo nei registri storici ma anche nella cultura popolare, dove continua a ispirare opere letterarie, film e videogiochi.
Queste le schede biografiche dei principali comandanti coinvolti nella Battaglia di Nagashino, con dettagli sulla loro vita, ruolo nella battaglia e curiosità poco note:
Oda Nobunaga (織田 信長)
Ruolo: Comandante supremo dell’alleanza Oda-Tokugawa
Soprannome: “Il Demonio del Sei Reami”
Data di nascita: 1534|Morto: 1582 (per tradimento, al tempio Honnō-ji)
Carattere: Audace e visionario, innovatore, geniale ma brutale
Contributo alla battaglia:
Architetto della strategia difensiva di Nagashino
Introdusse l’uso sistematico delle palizzate e dei ranghi di archibugieri utilizzati in massa nelle battaglie
Impose una disciplina ferrea tra le truppe, rivoluzionando l’esercito feudale
Era appassionato di tecnologia occidentale e accoglieva i missionari europei con interesse.
Il suo soprannome, “il Demonio del Sei Reami”, sottolineava sia la sua ambizione che la sua spietatezza.
Tokugawa Ieyasu (徳川 家康)
Ruolo: Signore del clan Tokugawa, alleato di Nobunaga
Soprannome: “Il Maestro della Lunga Attesa”
Data di nascita: 1543|Morto: 1616
Carattere: Paziente, pragmatico ma prudente, calcolatore e metodico
Contributo alla battaglia:
Difensore diretto del castello di Nagashino
Fornì supporto logistico cruciale e rinforzi militari
Dopo la battaglia, consolidò il potere nella regione di Mikawa
Avrebbe poi fondato lo shogunato Tokugawa, che governò il Giappone per oltre 250 anni
Conservava con sé una statuetta di Daikokuten, dio della ricchezza e dei guerrieri
Successivamente costruì un potere destinato a durare oltre 250 anni
Takeda Katsuyori (武田 勝頼)
Ruolo: Comandante dell’armata del clan Takeda
Soprannome: “L’Erede del Tuono”
Data di nascita: 1546|Morto: 1582 (ritiro e seppuku dopo la caduta del clan)
Carattere: Impulsivo, valoroso, meno strategico del padre ma coraggioso
Contributo alla battaglia:
Comandò la leggendaria cavalleria Takeda
Tentò un assalto diretto e ripetuto alle linee nemiche
Fu vittima della nuova tattica del fuoco incrociato
Figlio di Takeda Shingen, grande stratega militare
Dopo Nagashino, il suo clan entrò in un declino irreversibile, culminato col suicidio nel 1582
Un senryū delicato e struggente dedicato a tutti i guerrieri caduti a Nagashino
Stamani vidi l’alba,
ora il mio fato mi attende.
La vita è un sogno
今朝、夜明けを見た
今、運命が待つ
人生は夢
Kesa, yoake o mita
Ima, unmei ga matsu
Jinsei wa yume

