
Il tè del crepuscolo
Il sole scendeva lento sul giardino di muschio e pietra, tingendo le foglie d’acero di un rosso più profondo, quasi bruciato.
Nel padiglione di legno scuro, circondato da bambù silenziosi, Aki sistemava con cura ogni dettaglio della cerimonia: il chawan in ceramica raku, il natsume colmo di matcha, il fruscio del furo che bolliva quietamente come un respiro.
Ogni gesto era contenuto, preciso, meditato.
Come lo era il suo cuore.
Aki attendeva.
Lui le aveva promesso che sarebbe tornato per l’ultima cerimonia d’autunno, quando il vento avrebbe cominciato a portare l’odore dell’inverno e la malinconia avrebbe trovato casa tra i rami spogli.
Non aveva lasciato altro che una poesia calligrafata su carta di gelso:
“Quando il tè fuma, il mio spirito siede accanto al tuo.”
Da allora, ogni anno, nello stesso giorno, Aki preparava il tè.
Non per gli ospiti.
Non per la forma.
Ma per lui.
Ogni anno sperava di vederlo varcare il torii in fondo al giardino, con il passo lieve e lo sguardo pieno di stagioni vissute altrove.
Quel giorno, mentre il crepuscolo tesseva le sue ombre sulle pietre piatte del sentiero, Aki avvertì qualcosa cambiare.
Il vento si quietò.
Le foglie smetterono di cadere.
Un silenzio sacro, come un’intenzione sospesa, avvolse il giardino.
Con mani ferme versò l’acqua nel chawan.
Mescolò il tè con il chasen, tracciando cerchi lenti, fino a ottenere una schiuma morbida come una nuvola d’autunno.
Posò la tazza sul tatami davanti a sé.
E attese.
Nessuno parlò.
Nessuno arrivò.
Eppure lei sentì una presenza.
Un respiro.
Un calore familiare vicino al cuore.
Chiuse gli occhi.
Il vapore tiepido del tè le sfiorava il volto come una carezza.
Il profumo del matcha si mescolava a quello del muschio e del legno umido.
Quando riaprì gli occhi, la tazza era vuota.
Sul tatami, accanto al chawan, c’era un solo crisantemo bianco, posato lì con la delicatezza di chi ha imparato ad amare in silenzio.
Non servivano parole.
Non serviva presenza.
Solo il tempo, che in quel momento si era piegato per unire due cuori oltre il visibile.
Aki sorrise.
Aveva atteso, ma non invano.
Lì, nel tè del crepuscolo, il passato e il presente si erano incontrati.
E per un istante, l’amore aveva avuto forma nel vapore che svanisce e nel fiore che resta.


