Parte I – Mito, geografia sacra e origine della leggenda
1. Un luogo avvolto nell’ombra e nel mito
Nascosta tra le fitte foreste del Monte Takachiho nella prefettura di Miyazaki (宮崎県), si trova una grotta tanto semplice quanto carica di significato: Amanoyasugawara (天安河原).
Secondo la mitologia giapponese, fu qui che si tenne la riunione degli dei (八百万の神, yaoyorozu no kami) per decidere come far uscire Amaterasu, la dea del sole, dalla sua auto-esilio in una caverna dopo un affronto subito dal fratello Susanoo.
Durante quel tempo, il mondo fu avvolto nelle tenebre, e la luce scomparve dal cielo.
La grotta di Amanoyasu non è solo una pietra mitologica: è un luogo vivo, carico di spiritualità, meta di pellegrinaggi, immerso in un paesaggio naturale quasi surreale.
2. Il cuore della leggenda: la fuga della dea del sole
Il mito centrale della grotta è narrato nel Kojiki (古事記) e nel Nihon Shoki (日本書紀), i più antichi testi mitologici e storici del Giappone.
Il racconto:
Amaterasu, infuriata e ferita dal comportamento distruttivo del fratello Susanoo no Mikoto, si ritirò in una caverna chiamata Amano Iwato (天岩戸), chiudendosi dentro con una roccia.
Privato della luce del sole, il mondo cadde nel caos.
Gli dei si radunarono nel punto noto come Amanoyasugawara per trovare una soluzione. Lì, crearono un piano collettivo: la dea Ame no Uzume danzò in modo buffo e provocante, suscitando risate e curiosità.
Amaterasu, attirata dal rumore, sbirciò fuori… e la luce tornò nel mondo.
3. Amanoyasugawara oggi: luogo reale, aura sovrannaturale
Situata a pochi minuti a piedi dal celebre santuario di Amano Iwato, la grotta di Amanoyasu è raggiungibile tramite un sentiero che attraversa un ponte e un fiume sacro.
Ciò che sorprende chi la visita è la quantità di piccole pile di pietre che si trovano ovunque: migliaia di torrette costruite silenziosamente dai visitatori, ognuna rappresentante un desiderio, una preghiera, un ringraziamento.
La grotta:
È larga circa 40 metri e alta 30
È incastonata in una gola verdeggiante e nebbiosa, spesso avvolta in una luce soffusa
Contiene un piccolo santuario shintō all’interno, dedicato agli dei riuniti
L’atmosfera è mistica, solenne e silenziosa, come se il tempo si fosse fermato.
4. I protagonisti del mito
Amaterasu Ōmikami (天照大御神)
La dea del sole, figlia di Izanagi, è la divinità principale del pantheon shintō e antenata mitica della casa imperiale giapponese.
Susanoo no Mikoto (素戔嗚尊)
Kami del mare, delle tempeste e del caos. Fratello di Amaterasu, simbolo dell’energia distruttiva ma anche rigenerativa.
Ame no Uzume no Mikoto (天宇受売命)
Dea della danza e della gioia. È lei che, con il suo ballo osceno e comico, riesce a smuovere gli altri dei e attirare Amaterasu fuori dalla grotta.
Yaoyorozu no Kami (八百万の神)
“Otto milioni di dei”, espressione che indica l’infinita varietà e molteplicità degli spiriti presenti nella natura secondo lo shintō.
5. Un esempio di mitologia radicata nel territorio
A differenza di molte mitologie antiche, quella giapponese identifica fisicamente i luoghi del mito, rendendoli parte integrante del paesaggio culturale e religioso.
La grotta di Amanoyasu non è solo un simbolo: è un luogo reale, che si può visitare, toccare, abitare col silenzio.
Parte II – Riti, simboli, pellegrinaggio e memoria spirituale
6. Il significato spirituale del mito di Amaterasu
La leggenda della scomparsa del sole è molto più di una storia mitologica: è una rappresentazione simbolica del lutto, del silenzio e della rinascita. Il gesto di Amaterasu che si chiude nella grotta rappresenta:
La ritrazione interiore dopo un trauma
Il bisogno di protezione e oscurità
Il rifiuto del mondo, ma anche l’attesa della guarigione
La danza di Uzume, invece, è l’espressione di una spiritualità gioiosa, che spezza il silenzio con il riso e riporta la vita al suo fluire naturale.
Non è un eroe guerriero a salvare il mondo, ma una danzatrice che ride: un messaggio profondamente umano e rivoluzionario.
7. La danza sacra kagura e il teatro del mito
Il mito della caverna ha influenzato profondamente le arti tradizionali giapponesi, in particolare la kagura (神楽), danza rituale shintō.
Durante queste danze:
Si rievoca il ballo di Uzume, con movimenti buffi e provocatori
Le sacerdotesse (miko) danzano con campanelle e ventagli, indossando maschere
Il pubblico partecipa ridendo, ricreando simbolicamente l’effetto che fece uscire la dea dal suo nascondiglio
Alcuni studiosi ritengono che il teatro nō stesso nasca come evoluzione rituale delle danze kagura collegate a questo mito.
8. Il sentiero dei sassi: un rito moderno nel cuore dell’antico
Una delle pratiche più toccanti per i visitatori della grotta è la costruzione delle piccole torrette di pietra (石積み, ishizumi), erette in silenzio lungo il fiume che porta all’ingresso.
Ogni torre rappresenta:
Una preghiera silenziosa
Un ringraziamento alla dea o agli spiriti del luogo
Una promessa di ritorno o di speranza
È un gesto che unisce l’atto fisico al significato spirituale, come spesso avviene nello Shintō, dove non esistono testi sacri da leggere, ma gesti da compiere.
9. L’esperienza del pellegrinaggio
Visitare Amanoyasugawara non è solo turismo spirituale, ma un vero cammino di purificazione.
Il sentiero che porta alla grotta è breve ma intenso:
Attraversa un ponte di legno sul fiume
Passa tra foreste di muschio, suoni d’acqua, e fronde scure
Culmina nella grotta ampia, avvolta nel silenzio e illuminata da candele votive
Molti pellegrini camminano in silenzio, altri portano amuleti da purificare o scrivono su ema (絵馬), le tavolette votive che si appendono nel piccolo santuario interno.
10. Testimonianze, visioni e racconti dal passato
Kamo no Chōmei – scrittore del XII secolo, autore dell’Hōjōki, scrisse che la grotta rappresentava “l’abisso interiore di ogni uomo, che solo la danza del cuore può illuminare”.
Una pellegrina di Sendai, in un diario del 1927, raccontò:
“Alla fine del sentiero, mi sembrava di aver lasciato ogni parola alle mie spalle. Solo le pietre capivano il mio silenzio.”
Un sacerdote locale, nel 2011, affermò:
“Qui non si prega per ottenere, ma per ascoltare.”
11. Il potere dei luoghi liminali
La grotta è un luogo liminale, una soglia tra il mondo fisico e quello invisibile. Come il torii segna l’ingresso al sacro, così Amanoyasu segna il confine tra luce e ombra, tra presenza e assenza.
È un posto che non chiede parole, ma invita al raccoglimento, all’ascolto, al rispetto.
Ogni eco, ogni goccia d’acqua che cade dalle rocce sembra portare con sé un messaggio dimenticato.
Parte III – Simbolismo, glossario e fonti per approfondire
12. Un’eredità luminosa nata dall’oscurità
Il mito della grotta in cui si nasconde Amaterasu è molto più di una favola mitologica: è una metafora senza tempo che parla a ogni cultura, e a ogni cuore.
Ritirarsi nel buio per proteggersi.
Essere richiamati fuori da una risata.
Riscoprire la luce non con la forza, ma con la danza.
Riconoscere che anche gli dei, come gli uomini, hanno bisogno di silenzio, di guarigione, di ascolto.
La grotta di Amanoyasu, immersa tra gli alberi e i sassi, continua a raccontare questo mito ogni giorno. Non con parole, ma con:
Il fruscio del vento tra le fronde
I sassi impilati a mano
Le preghiere scritte su tavolette di legno
Le ombre tremolanti delle candele all’interno del piccolo santuario
In un’epoca di rumore e velocità, questo luogo invita al silenzio, alla lentezza, alla presenza. E come nel mito, forse è proprio da una danza, da un sorriso, da un gesto lieve, che possiamo ritrovare la nostra luce perduta.
Postilla:
Amanoyasugawara e Amano-Iwato: due luoghi, un solo mito
Chi cerca informazioni online su Amanoyasugawara (天安河原) si imbatterà spesso nella voce di Wikipedia dedicata a Amano-Iwato (天岩戸). Questo accade perché, nella tradizione e nella pratica religiosa, i due luoghi sono parte di un unico complesso sacro situato nella città di Takachiho, nella prefettura di Miyazaki.
Secondo il mito:
Amano-Iwato è la caverna dove Amaterasu, dea del sole, si nascose facendo scomparire la luce dal mondo.
Amanoyasugawara è la grotta lungo il fiume dove gli otto milioni di dèi (八百万の神, yaoyorozu no kami) si riunirono per decidere come farla uscire, dando così origine al primo rito collettivo e alla prima danza sacra dello shintō.
Nella realtà geografica:
I due luoghi sono distinti ma vicinissimi, collegati da un sentiero sacro attraverso il santuario di Amano-Iwato-jinja (天岩戸神社).
Amanoyasugawara viene spesso considerata una “dipendenza” spirituale di Amano-Iwato, e per questo accorpata nelle descrizioni turistiche o enciclopediche.
Tuttavia, Amanoyasugawara ha una sua identità precisa nel cuore della mitologia giapponese: è il luogo dell’inizio della parola, del consiglio divino, e della danza che ridona il sole al mondo.
Per questo merita, anche oggi, di essere ricordata come luogo autonomo, di profondo silenzio e mistero.
Glossario dei termini giapponesi
Amanoyasugawara (天安河原) – “Riva sacra del fiume celeste”, la grotta dove si riunirono gli dei nel mito di Amaterasu.
Amaterasu Ōmikami (天照大御神) – Divinità suprema dello Shintō, dea del sole, antenata mitica della famiglia imperiale.
Susanoo no Mikoto (素戔嗚尊) – Fratello di Amaterasu, kami delle tempeste, del mare e del caos creativo.
Ame no Uzume no Mikoto (天宇受売命) – Dea della danza e della gioia, capace di ridare luce al mondo con la risata.
Yaoyorozu no Kami (八百万の神) – “Otto milioni di dei”, espressione che indica la moltitudine degli spiriti secondo lo Shintō.
Shintō (神道) – “La Via degli Dei”, religione tradizionale giapponese basata sul culto della natura e degli spiriti.
Ema (絵馬) – Tavolette votive su cui si scrivono preghiere nei santuari shintō.
Kagura (神楽) – Danza sacra shintō, originata dal mito della grotta.
Torii (鳥居) – Portale rosso che segna l’ingresso a uno spazio sacro.
Iwato (岩戸) – Grotta di roccia, specificamente quella dove si rifugiò Amaterasu.
Ishizumi (石積み) – Torrette di pietra costruite come atto devozionale o meditativo.
Bibliografia commentata
Kojiki (古事記) – Trad. inglese: Records of Ancient Matters, tr. B.H. Chamberlain, 1882
Testo fondamentale della mitologia giapponese. Contiene il racconto originale della caverna di Amaterasu.
Nihon Shoki (日本書紀) – Trad. inglese: Chronicles of Japan, tr. W.G. Aston, 1896
Versione più storicizzata del mito rispetto al Kojiki, ma con importanti dettagli.
Matsunaga, Alicia. The Buddhist Philosophy of the Middle: A Study of the Japanese Stupa, Tokyo University Press, 1970
Sebbene focalizzato sul buddhismo, contiene un capitolo sulla fusione di pratiche religiose e luoghi sacri shintō.
Bocking, Brian. A Popular Dictionary of Shintō, Curzon Press, 1997
Ottimo compendio per comprendere i concetti chiave del culto shintō e la simbologia dei luoghi.
Smyers, Karen. The Fox and the Jewel: Shared and Private Meanings in Contemporary Japanese Inari Worship, 1999
Include riflessioni più ampie sullo Shintō contemporaneo, utile per il contesto spirituale.
Carter, Steven. Traditional Japanese Poetry: An Anthology, Stanford University Press, 1991
Contiene poesie legate ai luoghi sacri e alla mitologia shintō, compresa Amanoyasu.
Sito ufficiale del Santuario Amano Iwato (天岩戸神社)
https://amanoiwato-jinja.jp
Include indicazioni per visitare la grotta, immagini del luogo, leggende locali.