Yasuke, il samurai africano al servizio di Oda Nobunaga: storia, fonti e mito
Introduzione
Il Giappone del XVI secolo fu teatro di una delle epoche più drammatiche e affascinanti della sua storia: il periodo Sengoku (戦国時代, “degli Stati combattenti”), un tempo di guerre incessanti tra i daimyō, i signori feudali, che lottavano per l’egemonia. Soltanto con Tokugawa Ieyasu (1543–1616), vincitore della battaglia di Sekigahara (1600) e nominato shōgun nel 1603, il paese avrebbe ritrovato unità e stabilità inaugurando il periodo Edo.
In questo contesto lacerato dalle lotte interne, ma al tempo stesso aperto a nuove influenze esterne attraverso il commercio Nanban (南蛮貿易), giunse in Giappone un personaggio che la memoria collettiva non avrebbe dimenticato: Yasuke (弥助), l’“uomo nero” divenuto samurai al servizio di Oda Nobunaga (1534–1582), uno dei tre grandi unificatori del Giappone.
La sua vicenda, documentata da fonti coeve ma circondata anche da lacune e leggende, costituisce un esempio straordinario di incontro tra mondi e culture in un’epoca di profondi cambiamenti.
Le origini di Yasuke: ipotesi e fonti
Sulle origini di Yasuke non disponiamo di testimonianze certe. Nessuna fonte giapponese ne indica con precisione la provenienza. Le uniche notizie provengono da fonti gesuitiche e da deduzioni moderne.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Yasuke fosse originario del Mozambico, allora sotto influenza portoghese. Questa teoria si basa sulla presenza di missioni gesuitiche e porti di transito per gli schiavi africani verso l’India e il Giappone. Tuttavia, i Makua e gli Yao, due etnie della regione, entrarono in contatto significativo con i portoghesi solo a partire dagli anni 1580.
Altri ipotizzano una provenienza dall’Etiopia o dal Sudan meridionale, dove i gesuiti e mercanti portoghesi reclutavano servitori e guardie. Alcune cronache europee menzionano uomini etiopi al servizio dei gesuiti nelle Indie.
Una terza ipotesi è che Yasuke fosse un ex schiavo liberato e affidato ad Alessandro Valignano (1539–1606), gesuita italiano, “Visitatore delle Missioni nelle Indie”.
Il nome stesso è problematico. “Yasuke” è attestato nelle fonti giapponesi, ma non sappiamo come si chiamasse in origine. Alcuni hanno ipotizzato una deformazione di “Yusufe” o “Issuf” (versioni africane di “Yusuf”), ma mancano prove documentarie.
Quel che è certo è che Yasuke arrivò in Giappone nel 1579, al seguito di Valignano, come guardia del corpo e servitore.
L’incontro con Oda Nobunaga
La fonte più importante sull’arrivo di Yasuke è il gesuita Luís Fróis (1532–1597), autore di cronache fondamentali sulla missione in Giappone. In una lettera del 1581 a Lourenço Mexia e nel Rapporto annuale della missione del 1582, Fróis descrive l’episodio dell’incontro tra Yasuke e Nobunaga.
Secondo Fróis, Nobunaga non credeva che la pelle di Yasuke fosse naturalmente nera. Pensava fosse tinta e volle verificarlo: lo fece spogliare dalla vita in su e strofinare energicamente per capire se il colore fosse reale. Quando scoprì che era naturale, rimase impressionato dalla sua forza fisica e dalla sua presenza.
La Shinchō Kōki (信長公記, “Cronaca del Signore Nobunaga”), redatta da Oda Nobunaga no ōtsukai Ōta Gyūichi, conferma l’episodio:
“Il 23 marzo 1581, giunse un uomo nero dai paesi dei cristiani. La sua pelle era nera come un bue, era forte e di buon carattere. Ricevette denaro in dono dal nipote di Nobunaga.”
Nobunaga, incuriosito e affascinato, lo prese al suo servizio. Yasuke divenne il suo “portatore d’armi” (koshō), ottenendo l’onore rarissimo per uno straniero di portare le due spade da samurai.
Yasuke come samurai
Le fonti ci dicono che Yasuke imparò il giapponese, grazie probabilmente all’insegnamento di Valignano. Nobunaga apprezzava conversare con lui e lo portava spesso con sé. Era un unicum: l’unico servitore non giapponese nella sua corte.
Nel 1582, dopo la sconfitta dei Takeda a Tenmokuzan, Yasuke seguì Nobunaga in varie campagne militari. Un cronista legato a Tokugawa Ieyasu, Matsudaira Ietada, lo descrisse come alto “6 shaku 2 sun” (circa 188 cm), imponente per gli standard giapponesi, con pelle “nera come il carbone”.
La sua presenza suscitava stupore ovunque. Alcune cronache riportano che, al suo passaggio, folle di curiosi accorrevano solo per vedere l’“uomo nero”.
Honnō-ji: la caduta di Nobunaga
Il 21 giugno 1582, Oda Nobunaga trovò la morte nel celebre incidente dell’Honnō-ji, a Kyoto, quando fu tradito dal suo vassallo Akechi Mitsuhide. Yasuke era con lui e partecipò alla difesa del tempio.
Dopo il suicidio di Nobunaga, Yasuke si unì al figlio ed erede Oda Nobutada, che tentò di resistere nel castello di Nijō. Ma anche Nobutada fu sconfitto e costretto al seppuku.
Yasuke venne catturato e condotto davanti ad Akechi Mitsuhide. Qui le fonti divergono:
Secondo Luís Fróis, Mitsuhide giudicò Yasuke un “animale” e non degno di essere ucciso. Ordinò che fosse consegnato ai gesuiti della chiesa di Nanbanji, a Kyoto.
Dopo questo episodio, il suo destino è avvolto nel mistero: non esistono più testimonianze coeve.
Sopravvisse? Creò una famiglia in Giappone?
Questo è il punto più controverso. Nessuna fonte del XVI secolo ci dice con certezza se Yasuke sopravvisse dopo il 1582, né se ebbe discendenti.
Alcuni autori moderni ipotizzano che sia stato reinserito dai gesuiti nelle loro missioni e che forse sia tornato in India o in Africa.
Altri avanzano l’ipotesi che sia rimasto in Giappone in anonimato. Tuttavia, non ci sono documenti matrimoniali o registri che attestino un’unione con una donna giapponese o la creazione di una famiglia.
Le storie secondo cui Yasuke avrebbe avuto figli in Giappone sono leggende moderne, senza base documentaria.
La verità è che, dal 1582 in poi, Yasuke scompare dalla storia scritta.
Yasuke nella memoria culturale
Nonostante le poche notizie storiche, Yasuke è diventato un’icona culturale.
Nei manga e anime moderni appare spesso come guerriero nero al servizio di Nobunaga (Afro Samurai, Nobunaga Concerto).
Nel 2021 Netflix ha prodotto l’anime Yasuke, che reinterpreta la sua vicenda in chiave fantastica.
Nel teatro contemporaneo e in romanzi storici giapponesi ed europei, Yasuke è rappresentato come simbolo dell’incontro tra Africa e Giappone.
Curiosamente, la sua vicenda ha avuto eco anche in Africa: in Mozambico e in Etiopia oggi Yasuke è celebrato come eroe africano della diaspora.
Aneddoti e curiosità
Lo stupore del colore della pelle: Nobunaga non era l’unico a credere che Yasuke fosse dipinto. Nel Giappone del XVI secolo, pochi avevano visto africani; i rari contatti con gli europei Nanban non avevano portato figure di carnagione così scura.
La statura impressionante: mentre la media giapponese dell’epoca era di circa 155 cm, Yasuke superava i 185 cm. Era quindi visto come un gigante.
La dignità di samurai: il diritto di portare le due spade era concesso solo a chi godeva della fiducia del signore. Per un uomo straniero, e per di più africano, era un onore senza precedenti.
Destino letterario: Luís Fróis, pur con i pregiudizi del suo tempo, descrisse Yasuke con rispetto. Questo testimonia che la sua figura aveva colpito profondamente anche i missionari.
Conclusioni
Yasuke rimane una figura enigmatica e affascinante. La sua vita documentata in Giappone copre un arco brevissimo, dal 1579 al 1582, ma sufficiente a consegnarlo alla storia.
Non sappiamo con certezza dove nacque, quale fosse il suo nome originario, se sopravvisse dopo la caduta di Nobunaga o se ebbe una famiglia in Giappone. Le fonti tacciono. Eppure, ciò che è sicuro è che Yasuke divenne samurai in un’epoca in cui il Giappone era quasi totalmente chiuso agli stranieri, conquistando il rispetto del più potente daimyō del tempo.
La sua memoria, a metà tra storia e mito, ci ricorda come le identità culturali si siano sempre formate attraverso incontri inattesi, scambi e contaminazioni. Yasuke, il samurai nero, rimane simbolo di questo dialogo tra mondi.
Glossario
Sengoku jidai (戦国時代): periodo degli Stati combattenti (ca. 1467–1600).
Daimyō (大名): signore feudale giapponese.
Nanban (南蛮): termine giapponese per indicare i “barbari del sud”, cioè i portoghesi e gli spagnoli.
Nanban-bōeki (南蛮貿易): commercio con i portoghesi e gli spagnoli, dal 1543 al 1641.
Shinchō Kōki (信長公記): cronaca ufficiale di Oda Nobunaga scritta da Ōta Gyūichi.
Seppuku (切腹): suicidio rituale giapponese per conservare l’onore.
Koshō (小姓): paggio o attendente al servizio diretto di un signore.
Bibliografia commentata
Fróis, Luís. Cartas que os padres e irmãos da Companhia de Jesus escreverão dos reynos de Japão e China II (1598).
Fonte primaria essenziale: contiene le lettere dei gesuiti, incluso il racconto dell’incontro tra Yasuke e Nobunaga.
Ōta Gyūichi. Shinchō Kōki (fine XVI sec.).
Cronaca ufficiale di Nobunaga. Descrive Yasuke come “nero come un bue” e “di buon carattere”.
Berry, Mary Elizabeth. Hideyoshi (1982). Harvard University Press.
Studio fondamentale sul Giappone del tardo XVI secolo, utile per il contesto politico in cui operò Yasuke.
Elisonas, Jurgis. “The Jesuits, the Portuguese, and Japan.” in The Cambridge History of Japan, vol. 4 (1991).
Analisi delle missioni gesuitiche, con attenzione alla figura di Valignano e ai rapporti con Nobunaga.
Thomas Lockley & Geoffrey Girard. African Samurai: The True Story of Yasuke, a Legendary Black Warrior in Feudal Japan (2019).
Studio divulgativo recente, che raccoglie le fonti disponibili ma anche ipotesi non sempre dimostrabili.
Clements, Jonathan. A Brief History of the Samurai (2010).
Offre un quadro generale sulla classe samuraica, con menzioni a Yasuke come figura eccezionale.
Nota metodologica
Il presente articolo si basa principalmente su fonti primarie gesuitiche (soprattutto Luís Fróis) e sulla Shinchō Kōki, integrati da studi moderni di storia giapponese e globale. Ho verificato le informazioni evitando fonti non accreditate o speculative.
Le ipotesi sulle origini di Yasuke e sulla sua vita dopo il 1582 sono riportate come tali, sottolineando la mancanza di prove documentarie. Le ricostruzioni moderne (anime, romanzi, Netflix) sono menzionate come esempi di ricezione culturale, non come dati storici.
L’obiettivo è stato fornire un quadro equilibrato: distinguere i fatti accertati (arrivo con Valignano, servizio a Nobunaga, cattura dopo Honnō-ji) dalle ipotesi (origine africana precisa, eventuale famiglia giapponese, destino finale).