Erotismo in Oriente

Viaggio erotico nell’Arte Orientale: lo Shunga

Reading Time: 4 minutes

Inizia questa sera una serie di speciali dedicata all’erotismo nell’arte dei paesi orientali (in particolare in culture come quella cinese, giapponese, indiana e persiana) dove ha assunto nel tempo forme e significati profondamente diversi da quelli occidentali, spesso intrecciandosi con la spiritualità, la filosofia e la ricerca dell’armonia tra corpo e mente.

Autore Utagawa Kunisada

Iniziamo con lo Shunga in un viaggio nell’erotismo dell’arte giapponese.

Lo Shunga (春画), letteralmente “immagini di primavera”, è un genere di arte erotica giapponese fiorito principalmente durante il periodo Edo (1603-1868). Lungi dall’essere considerato osceno o marginale all’epoca, lo Shunga era parte integrante della cultura popolare, apprezzato da diverse classi sociali, dai samurai ai mercanti. Queste stampe xilografiche, spesso realizzate con la tecnica ukiyo-e (immagini del mondo fluttuante), ritraggono scene di piacere con una vivacità e un umorismo che ancora oggi sorprendono.

Autore: Kitagawa Utamaro

Iniziamo quindi con una panoramica dei Maestri dell’Eros giapponese e, nei prossimi articoli, andremo conoscerli uno ad uno, analizzando le loro opere e la loro attività artistica.
Il panorama dello Shunga vanta artisti di straordinaria abilità, molti dei quali sono celebri anche per le loro opere non erotiche. Questi di seguito citati sono solo alcuni, tra i più importanti, degli artisti di cui parleremo.

Katsushika Hokusai (葛飾北斎): Celebre per la sua “Grande onda di Kanagawa”, Hokusai realizzò anche una serie di squisiti album Shunga, tra cui il famoso “Tako to Ama” (“La pescatrice e il polpo”). Quest’opera, intrisa di una sensualità giocosa e quasi surreale, è un esempio lampante della libertà espressiva dello Shunga. Si narra che Hokusai, con il suo spirito indomito, non vedesse alcuna contraddizione tra le sue maestose vedute del Monte Fuji e le sue rappresentazioni intime.

La Pianta di Adone di Katsushika Hokusai
La Pianta di Adone di Katsushika Hokusai

Utagawa Hiroshige (歌川広重): Conosciuto per i suoi paesaggi poetici, Hiroshige si cimentò anche nello Shunga, spesso con un tocco più delicato e lirico rispetto ad altri artisti. Le sue stampe erotiche mantengono la sua attenzione per i dettagli atmosferici e la composizione elegante.

Hiroshige

Kitagawa Utamaro (喜多川歌麿): Maestro nella raffigurazione di bellissime donne (bijin-ga), Utamaro portò la sua eleganza e il suo acuto senso dell’osservazione anche nelle sue opere Shunga. Le sue stampe erotiche spesso si concentrano sull’intimità e la sensualità delle coppie, con un’attenzione particolare alle espressioni e ai gesti.

Ôban yoko-e di Kitagawa Utamaro

Suzuki Harunobu (鈴木春信): Pioniere della stampa a colori (nishiki-e), Harunobu realizzò Shunga caratterizzati da figure delicate e colori tenui, spesso ambientati in contesti di vita quotidiana. Un aneddoto narra che Harunobu fosse particolarmente abile nel catturare la fugacità di un momento intimo con una grazia ineguagliabile.

Due amanti di Suzuki Harunobu

Curiosità e Aneddoti Piccanti:
Lo Shunga non era solo una forma d’arte, ma anche un oggetto di consumo con diverse funzioni sociali.

Regali di Matrimonio: Spesso, rotoli o album Shunga venivano regalati alle giovani coppie come una sorta di “manuale” illustrato sulla sessualità.

Oggetti di Divertimento: Per i ricchi mercanti e i samurai, lo Shunga era un passatempo raffinato, da collezionare e ammirare durante incontri conviviali.

Forma di Critica Sociale: In alcuni casi, lo Shunga veniva utilizzato per satireggiare figure politiche o sociali dell’epoca, celando la critica dietro immagini erotiche.

“Cuscini d’inchiostro”: Un termine colloquiale per indicare le stampe Shunga, suggerendo la loro natura intima e privata.

Lo Shunga Oggi: Un Ponte tra Passato e Presente
Nonostante la censura e i cambiamenti sociali, l’influenza dello Shunga persiste nell’arte contemporanea giapponese e internazionale. Artisti odierni reinterpretano i temi e le estetiche dello Shunga, esplorando la sessualità, il desiderio e le dinamiche di genere con nuove prospettive.

Aya Kakeda: Questa artista contemporanea giapponese residente a New York incorpora elementi dello Shunga nelle sue opere oniriche e surreali, creando un dialogo tra tradizione e modernità. Le sue figure spesso intrecciano sensualità e un senso di mistero.

Makoto Aida: Conosciuto per le sue opere provocatorie e spesso controverse, Aida attinge all’iconografia dello Shunga per commentare la società contemporanea giapponese, mescolando elementi pop e tradizionali.

Lo Shunga è molto più di semplici immagini erotiche. È una finestra sulla cultura, l’umorismo e le concezioni della sessualità nel Giappone del periodo Edo. La sua eredità continua a vivere, influenzando artisti contemporanei e stimolando una riflessione sul rapporto tra arte, desiderio e società. Un tesoro artistico che merita di essere esplorato con mente aperta e curiosità.
Per ora vi lasciamo alle immagini di questo articolo ma vi aspettiamo al prossimo appuntamento che sarà venerdì 23 maggio.

Lascia una risposta

error: Content is protected !!